Il recupero dell’acqua sporca

Sono le 11 di sera. Sto aprendo i biglietti degli auguri natalizi. Gli occhi vogliono chiudersi. Poi da una busta emerge un foglio intestato Legionari di Cristo, e gli occhi si spalancano.

Anno 2004, Orvieto. Entro in duomo. Un’intera fila di panche sono occupate da giovani in talare. Forse giovani preti, forse seminaristi. Saranno stati un 100-120. Li guardo a lungo e in me cresce lo sgomento. Tutti uguali, come fatti con lo stampino. Viso duro e deciso, sguardo immobile verso l’altare, tutti. Capelli corti, a spazzola, da miliziani, tutti. Talare modellata sul corpo, lunga fino ai tacchi, scarpe di vernicetta lucida, tutti. Poi tutti intonarono un canto cadenzato… “Sono i Legionari di Cristo!” mi bisbigliò qualcuno all’orecchio, con uno sbuffo di paura nella voce.

Mi informai. Sì, sotto Giovanni Paolo II aveva fatto fortuna il “legionario di Cristo”, una figura di prete duro e stagionato, generato da un modulo formativo un po’ troppo simile a quello di certi regimi d’anteguerra. Molto stimato il loro fondatore, il prete messicano Marcial Maciel Degollado: tre volte aveva accompagnato Giovanni Paolo II in altrettanti viaggi apostolici in Messico, la Chiesa sudamericana l’aveva visto attivo nel Celam (Conferenza episcopale) del 1992, il Vaticano gli aveva dato ruoli importanti sia nel Sinodo dei vescovi del 1990 sia nella Congregazione per il clero de1994. Eccetera. Ma, a partire dal 1997, nove ex Legionari di Cristo lo avevano accusato di aver a lungo abusato sessualmente di loro e di un’altra ventina di seminaristi. Poi uscirono dall’anonimato le diverse donne con le quali aveva fatto figli qua e là per il mondo. Maciel s’era difeso, colpo su colpo, e la malattia di Giovanni Paolo II gli aveva garantito l’immunità.

Ma nel 2004 Benedetto XIV l’aveva fatto processare e, data l’età avanzata, lo aveva relegato agli arresti domiciliari in un conventino in capo al mondo. Dove morì poi nel 2008.

Io ero rimasto a questo punto. Pensavo che i Legionari di Cristo fossero scomparsi. Sai come si dice: se hai buttato via il bambino (in questo caso, Marcial Maciel), prima ancora è l’acqua sporca, cioè il suo contorno, a dover essere finita nella fogna! Ma allora… questi auguri? Questa carta intestata?

È successo che la Chiesa, la mia Chiesa, con Benedetto XVI definì Maciel un falso profeta, dalla vita sprecata e distorta, ma anche uno che ha saputo costruire il suo movimento religioso con grande dinamismo. E oggi i Legionari di Cristo guardano a Maciel come lo strumento che Dio ha scelto per introdurli nel cuore della Chiesa, ma ne condannano la vita cristiana e sacerdotale.

A opera di un’équipe guidata dal card. De Paolis, con alle spalle sia Benedetto che Francesco, è in atto un eccellente “filtraggio dell’acqua sporca”, che per Francesco non è mai definitivamente sporca.

E il mio orgoglio di piccolo figlio di questa Grande Madre dilaga.

AUTORE: Angelo Maria Fanucci