Il santuario della Madonna della Stella nel Comune di Montefalco è il faro luminoso che da 150 anni illumina la cristianità della valle spoletina, raccomandando a tutti di seguire Cristo, di abbandonarsi a Lui, di lasciarsi trasformare dalla sua grazia e di farsi rinnovare dalla sua misericordia. Giovedì 8 settembre l’arcivescovo Renato Boccardo ha solennemente aperto le celebrazioni del 150° anniversario delle apparizioni della Vergine Maria al piccolo Federico Cionchi, popolarmente detto Righetto. Si tratta di un evento importante non solo per la Chiesa di Spoleto-Norcia, ma per tutte le comunità cristiane dell’Umbria. Il santuario della Madonna della Stella, infatti, ogni giorno, soprattutto in quelli festivi, accoglie moltissimi pellegrini. Saranno 365 giorni di grazia, nei quali si ritroveranno al santuario bambini e giovani, anziani e malati, fidanzati e sposi, lavoratori e studenti, mamme e papà, presbiteri, religiosi e religiose. Non mancheranno momenti formativi per gli operatori pastorali delle parrocchie, momenti culturali per la gente che vive nei 25 Comuni della diocesi, momenti di pietà popolare come la peregrinatio della statua nei cinque Vicariati della Chiesa spoletina. Ripercorriamo brevemente la storia di queste apparizioni. Intorno al 1860 la chiesetta di S. Bartolomeo – situata nella piana spoletina, tra i territori di Trevi e Montefalco, nella parrocchia di Fratta – era ridotta ad un ammasso di ruderi nel mezzo di un “folto bosco”. La chiesa fin verso il 1810 era ancora in buono stato, anche se officiata raramente. È probabile che il colpo di grazie glielo abbia dato il “terribile terremoto del 1832”. Dal degrado generale si era salvato, insperatamente, l’affresco della Madonna con Bambino del 1525. Nell’autunno del 1861 un fanciullo non ancora cinquenne di nome Federico Cionchi si rese protagonista di fatti di grande portata religiosa, ma anche sociale. Un giorno Righetto si trovava con la sorella Rosa, più grande di lui di due anni, nei pressi della diruta chiesetta, forse a giocare, forse a pascere Ie pecore. Entrati per curiosità o per dire un’Ave Maria, si fermarono alquanto tra i ruderi e Righetto fu attratto dall’immagine della Madonna che gli sorrideva e lo chiamava. Tornati a casa, Righetto dice alla mamma: “Sai, mamma, là dentro (accennando alla chiesetta) una donna mi ha chiamato”, poi volgendosi alla sorella Rosa: “È vero, Rosina?”. La mamma soggiunge: “E che cosa ti ha detto?”. “Mi ha detto: Righetto, sii buono! Mi guardava e mi sorrideva”. Le voci delle apparizioni della Madonna a Righetto, poi entrato nei padri Somaschi, cominciarono a passare di bocca in bocca e in breve tempo raggiunsero tutto il contado di S. Luca e Fratta. La gente vi veniva da ogni dove: in pellegrinaggio, in processione e con ogni mezzo. La voce dei prodigi giunse all’orecchio dell’arcivescovo di Spoleto mons. Giovanni Battista Arnaldi, forse avvisato dai parroci viciniori. Il presule si recò sul posto più volte e, il 24 maggio 1862, tra una folla di fedeli acclamante alla Madre di Dio, celebrò la prima messa sull’altare ligneo da lui stesso fatto erigere nei pressi della chiesetta di S. Bartolomeo. In quell’occasione l’Arcivescovo ebbe la prima idea di un santuario. La Madonna conquistò spesso il cuore anche di persone contrarie ai sentimenti religiosi. La gente continuava ad affluire numerosissima. Fonti storiche dicono che nell’estate del 1862 le presenze in alcuni giorni arrivarono fino a cinquemila. Sull’altare posticcio, fatto erigere come ricordato dall’Arnaldi, si celebravano messe in continuazione. Il 21 settembre 1862 fu posta in forma solennissima la prima pietra dell’attuale santuario, che fu consacrato l’11 e 12 settembre 1881 dall’arcivescovo di Spoleto Elvezio Mariano Pagliari. Nel 1884 arrivarono i padri Passionisti, i quali ancora sono presenti. Il 25 maggio 1911, in occasione del 50° anniversario delle apparizioni della Madonna, Righetto tornò al santuario per alcuni giorni. Vi tornò anche il 22 luglio 1914 per deporre al processo diocesano sulla veridicità delle apparizioni, celebrato dall’arcivescovo Pietro Pacifici dal 7 luglio al 28 novembre del 1914. Il 31 maggio 1923 fratel Righetto, oggi servo di Dio, morì, edificando tutti con la sua santa morte. Nel 1932, la sua salma fu trasferita da Treviso al santuario della Madonna della Stella, dove è quotidianamente visitato da persone che a lui si raccomandano.
Il sorriso di Maria
Apertura del 150° anniversario delle apparizioni al santuario della Stella
AUTORE:
Francesco Carlini