Immigrati: chi spera di tornare a casa e chi pensa di restare in Italia. Umbri più accoglienti di dieci anni fa ma ancora diffidenti

La ricerca dell’Agenzia Umbria ricerche, presentata da Stefano Patriarca, mostra come sono cambiati i processi migratori e, soprattutto, come si è modificata la percezione della stessa migrazione da parte degli immigrati che si sono stabiliti in Umbria. Infatti, nel 1992, il 13,5 per cento degli immigrati intervistati aveva dichiarato di voler rimanere in Italia solo per qualche mese, il 24,8 per un anno e il 10 per cento per sempre. Oggi, a dieci anni di distanza, le risposte sono fortemente cambiate. Così, appena il 3,6 per cento dichiara la sua intenzione di rimanere in Italia solo per qualche mese, mentre il 36,8 per cento degli immigrati intervistati dichiara di volervi restare per almeno un anno e ben il 34 per cento per sempre. In pratica, il 40 per cento degli immigrati intervistati hanno aumentato la propria prospettiva di permanenza definitiva in Italia. Dal punto di vista lavorativo, negli ultimi dieci anni c’è stato un miglioramento generale. Oggi i settori di lavoro dove gli extracomunitari trovano occupazione sono i seguenti: il 20 per cento degli immigrati lavora nel settore domestico, il 15 per cento nell’edilizia, il 13 per cento nell’assistenza a persone sole, malate e anziane, l’11 per cento nell’agricoltura, il 10 per cento nella ristorazione, 13 per cento nell’industria e 5 per cento nel commercio. Sotto il profilo delle condizioni professionali, dall’indagine presentata da Patriarca emerge che se il 62% degli immigrati lavora ed in prevalenza ha un lavoro stabile, solo il 10 per cento è stato coinvolto nei corsi di formazione al lavoro. Non a caso, la maggior parte degli intervistati dall’Aur ha dichiarato una migliore integrazione extralavorativa che lavorativa.Per quanto riguarda i ricongiungimenti familiari, nel 1992 la percentuale era vicina al 37 per cento contro il 48 per cento di oggi. In tutta Italia, uno dei problemi che più assilla gli extracomunitari è la ricerca di una casa. In Umbria, ancora secondo i dati dell’Aur, il 65 per cento vive nei centri urbani, il 28 per cento nelle frazioni e solo il 7 per cento in aperta campagna. Come si comportano gli umbri che affittano le abitazioni agli immigrati? Il 60 per cento degli immigrati ha risposto che ritiene corretto il comportamento di chi nella regione affitta loro casa. Tuttavia, l’11 per cento degli stranieri si trova nel centri di accoglienza e, dato certo “pesante”, il 4 per cento di essi dorme dove capita, in condizioni di disagio estremo. Infine, la volontà di accoglienza degli umbri, rispetto a un decennio fa, è sensibilmente aumentata. Determinante sembrano essere il livello di istruzione degli umbri e occasioni di contatto con gli immigrati: prevalgono sentimenti negativi di accettazione degli immigrati soprattutto in coloro che hanno un basso livello di istruzione e poco o nessun rapporto con gli immigrati.

AUTORE: N.E. - R.L.