Immigrati, generazione 2

Aumenta ancora il numero di stranieri in Umbria

Cresce ancora il numero degli stranieri presenti in Umbria, rispetto ai dati del Rapporto Caritas-Migrantes 2006, secondo cui i cittadini migranti regolarmente presenti in Umbria nel 2004 erano 56.385. Oggi l’Annuario 2007 dell’Istat, intitolato Conoscere l’Umbria, presentato a Terni il 10 ottobre, ci dice che gli stranieri (al 31 dicembre 2005) ammontavano a 59.278 unità, rappresentando il 6,8 per cento dell’intera popolazione residente in regione. Più 2.893 persone immigrate da un anno all’altro. Quali le cause? Nel periodo 2002-2004 il forte aumento dei residenti stranieri è stato determinato in larga misura dall’ultimo provvedimento di regolarizzazione, la ‘Bossi-Fini’ del 2002: grazie ad essa, numerosi immigrati già presenti in Italia hanno potuto regolarizzare la propria posizione e poi iscriversi nelle anagrafi comunali. Ma, in più, la crescita della popolazione straniera residente in tutta Italia è dovuta – e il trend sembra confermarsi anche nel 2006 – all’aumento dei nati di cittadinanza straniera, figli di genitori residenti in Italia, entrambi stranieri: il saldo naturale (differenza tra nascite e decessi) risulta in attivo di 54.318 unità. In Umbria il 50,2% degli stranieri residenti proviene da Paesi dell’Europa centro-orientale, il 10,2% da altri Paesi dell’Ue, il 16,6% dall’Africa settentrionale e il 9,8% dall’America centro-meridionale. La quota di cittadini giunti dai Paesi dell’Europa centro-orientale è più elevata nella provincia di Terni (62,9%) rispetto a quella di Perugia (47%). Aumentano i minori stranieri. E alcuni lavori dipendono solo dalla presenza immigrataNell’Annuario 2007 Istat c’è scritto anche che ‘il 22,6 per cento degli stranieri residenti è rappresentato da minori. Rispetto all’anno precedente i cittadini stranieri residenti sono cresciuti del 10,9 per cento; la crescita è stata più intensa nella provincia di Terni (14,5 per cento) rispetto a quella di Perugia (10 per cento)’. Il lavoro: la dipendenza della domanda umbra dall’immigrazione, stando ai dati dell’Agenzia Umbria Lavoro 2005, è un fenomeno ormai strutturale e in continua espansione, non legato solo ad episodi quali le regolarizzazioni ai sensi della Bossi-Fini. Sia i dati dei centri per l’impiego, sia quelli Inail mostrano come nella nostra regione negli ultimi 4 anni circa 1/5 degli ingressi nell’occupazione riguardino cittadini extracomunitari. Un termine di paragone: nel 2001, la quota della domanda soddisfatta da immigrati non raggiungeva il 15 per cento. Dal confronto con le altre regioni emerge dunque che l’Umbria – come già accaduto negli anni precedenti – è tra le regioni in cui la manodopera straniera assume un ruolo più rilevante. Infatti nel 2005 solo Trentino, Friuli, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna hanno fatto registrare quote superiori di domanda soddisfatta con immigrati. Cosa potrebbe significare tutto questo per l’economia umbra, in questa fase stagnante? ‘Che, anche a causa della presenza immigrata – nota il professor Sergio Sacchi, docente di Politica economica all’ateneo perugino -, potrebbe continuare ad essere abbastanza ferma. Infatti gli stranieri – continua – hanno una propensione al consumo molto inferiore a quella degli italiani, sia perché provengono da Paesi dove il consumo non è così di moda come da noi, sia perché molti dei loro guadagni si trasformano in rimesse, ossia in soldi che mandano nei loro Paesi d’origine. Quanto alla ‘sostituzione etnica’ che è in atto da anni nel mercato del lavoro, è sempre più evidente che tutti quei mestieri che l’umbro non considera più ‘degni’ per sé, e spesso sono quelli dove non c’è possibilità di fare carriera, vengono rilevati dagli stranieri’.

AUTORE: Paolo Giovannelli