In cattedrale l’ultimo saluto a mons Goretti. In piazza il saluto delle Chiarine di Assisi

C’era l’intera diocesi, questa mattina, lunedì 25 giugno, nella cattedrale di san Rufino a dare l’ultimo caldo arrivederci a mons. Sergio Goretti, Vescovo e Padre della «straordinaria e unica Chiesa particolare» che è in Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino. Presenti il presbiterio quasi al completo, i vescovi della CEU (impossibilitati ad essere presenti Boccardo e Marra) e i vescovi Antonio Buoncristiani (Siena – Colle Val d’Elsa), Gino Reali (Porto – Santa Rufina), Marcello Bartolucci (segretario della CCS).

Oltre al sindaco di Assisi, erano presenti quelli di Bettona, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Città di Castello, l’assessore Fortebracci, rappresentante il sindaco di Bastia Umbra. Assisi è Nocera hanno portato anche il Gonfalone. La Regione e la Provincia hanno espresso la loro presenza mediante un proprio rappresentante.

Durante la celebrazione, presieduta dal vescovo diocesano, si è percepita la serenità di una Chiesa che sa di avere una speranza nei cieli. Mons. Sorrentino, nell’omelia, partendo dal testo della Lettera ai Romani «Chi ci separerà dall’amore di Cristo?», ha espresso la certezza che niente può separare coloro che costituiscono unità in Cristo Gesù. E, pensando all’amore del predecessore per la Chiesa che il Signore gli aveva affidato, ha sottolineato: «sei anni fa egli mi consegnò il pastorale, ma soprattutto mi consegnò l’eredità di una lunga passione». Una passione che continua ad essere espressa da quanti lo hanno conosciuto e amato; da quanti sono stati beneficati dalla sua feconda azione evangelizzatrice e caritativa. Ha quindi concluso: «Ti abbiamo voluto bene e continuiamo a volerti bene, nella comunione dei Santi. Abbondi il Signore per te nella sua misericordia e ti accolgano i nostri Santi in quella dimora in cui per sempre non c’è che pace e amore».

Prima del Rito di Commiato il Vicario Generale, mons. Saba, ha tracciato una biografia del defunto: non per raccontare fatti, quanto per mostrare la ricchezza di bene che Cristo ha donato alla nostra Chiesa, mediante il vescovo Sergio. In questa linea si è espresso anche il primo cittadino di Assisi, Claudio Ricci.

Portato a spalla da sei sacerdoti – li ha sempre amati in modo particolare – ha lasciato, fra applausi calorosi, la cattedrale. Dopo una sosta in piazza del comune, salutato dalle “chiarine”, è stato portato, e inumato, nel cimitero di Assisi. Vi starà per poco. Quanto prima, infatti, tornerà in cattedrale, per riposare nella tomba dei vescovi. Vicino all’altare che tante volte lo ha visto, per la sua Chiesa, vittima e sacerdote.

Don  Giovanni Raia