Innocenzo IV e i francescani in Assisi nel 1253

Consacrò la basilica di San Francesco e approvò la Regola di santa Chiara da lui ritenuta santa

Innocenzo IV in Assisi nel 1253Innocenzo IV (Sinibaldo Fieschi) nacque alla fine del secolo XII dal conte Lavagna di famiglia genovese. Studiò sotto la guida di uno zio paterno vescovo di Parma, ma soprattutto a Bologna, nella celebre scuola di diritto canonico e romano, divenendo uno dei più famosi canonisti del suo tempo. Tra le sue opere di giurista citiamo solo l”Apparatus in quinque libros decretalium’ che ebbe grande diffusione e autorità. Nel 1226 si trasferì a Roma dove ebbe incarichi di Curia. Il 23 settembre 1227 Gregorio IX lo elevò al cardinalato assegnandolo al titolo di San Lorenzo in Lucina. Alla morte di Celestino IV (10 novembre 1241) seguì una vacanza di ben 18 mesi mentre la Chiesa era in condizioni gravissime a causa dell’ostilità di Federico II. Il 24 giugno del 1243 dai pochi cardinali superstiti fu eletto Papa. Non sentendosi sicuro a Roma, giacché non era riuscito a trovare un’intesa con il sovrano, si portò a Genova e quindi a Lione. Qui convocò un Concilio generale per il giugno del 1245 nel quale per la seconda volta fu scomunicato Federico II. Dopo la morte di questi, avvenuta il 17 dicembre 1250, Innocenzo IV prese la via del ritorno, fermandosi a Perugia e Assisi, dove la sua presenza per lunghi mesi è legata alle vicende della città. Solamente il 6 ottobre 1253 entrò in Roma, mentre erano già scoppiati nuovi dissidi con gli eredi di Federico II, Corrado e Manfredi. Un anno dopo, nel 1254, il 7 dicembre, morì a Napoli. Il francescano Niccolò di Calvi vescovo di AssisiMentre il Papa era ancora a Lione, si era resa vacante la sede vescovile di Assisi e i canonici della cattedrale, con il consenso di Pietro Cardinale, diacono di Sant’Eustachio e legato del Papa nell’Umbria, avevano eletto come vescovo il francescano Crescenzio di Iesi, nello stesso anno in cui era stato deposto da Ministro generale dell’Ordine. Innocenzo IV non confermò questa elezione e nel medesimo anno elesse e consacrò di persona il minorita Niccolò di Calvi, piccolo centro non lontano da Narni. Questi era cappellano e confessore del Papa e rimase con lui fino alla sua morte, dopo la quale scrisse la famosa Vita Innocentii IV. Prima della morte del Papa, Niccolò aveva delegato il governo della diocesi a persone di fiducia, anche quando era molto vicino alla sua sede vescovile. Innocenzo IV nel 1253 consacra quattro chiese in AssisiNei primi mesi del 1253 la corte papale si era trasferita in Assisi nel sacro convento di San Francesco; ‘scelta tutt’altro che casuale’ afferma Nicolangelo D’Acunto in un interessante volume nel quale dedica un documentato capitolo a Niccolò da Calvi, primo vescovo francescano di Assisi (Assisi nel Medioevo, studi di storia ecclesiastica e civile – Accademia Properziana del Subasio – Assisi 2002, pp.207-235). Il vescovo Niccolò, nella citata vita di Innocenzo IV, riferisce la gioia con cui fu accolto nella città di Assisi a causa della situazione e delle tensioni che si erano create con la ‘novitas francescana’. Per tutto questo rimandiamo allo studio già citato del D’Acunto. La domenica prima dell’Ascensione, con la presenza di molti vescovi, Innocenzo IV consacrò la basilica superiore di San Francesco. Era certamente presente anche il vescovo Niccolò il quale, sempre nella vita di Innocenzo IV, aggiunge che questi consacrò ‘maiorem quoque ecclesiam ipsius civitatis sanctum Rufinum (la principale chiesa della città San Rufino) et ecclesias sancti Petri et sancti Pauli, monasteria de Asisio ordinis sancti Benedicti’, cioè San Pietro in Assisi e San Paolo delle Abbadesse, il primo rifugio di santa Chiara, vicino a Bastia. Innocenzo IV ai funerali di santa Chiara il 12 agosto 1253Di grande rilievo sono i rapporti del Pontefice con la Santa, la quale, oramai prossima alla morte, a San Damiano, ebbe per ben due volte la visita del Papa con il seguito dei cardinali. Il 9 agosto, proprio due giorni prima della morte, Chiara ricevette la bolla di approvazione della sua regola ‘la prima regola in tutta la storia della Chiesa scritta da una donna per le donne’ (espressione di Marco Bartoli, uno dei più grandi biografi moderni della Santa). All’indomani della morte di Chiara, il 12 agosto, Innocenzo IV, con i cardinali e l’intera Curia, raggiunse San Damiano per partecipare ai funerali. ‘Si era giunti – narra la Legenda sanctae Clarae – al momento di iniziare le divine celebrazioni, quando, incominciando i frati l’ufficio dei morti, il signor Papa afferma che non l’ufficio dei morti si deve celebrare, ma quello delle vergini: così che pareva volerla canonizzare prima ancora della sepoltura del corpo. L’eminentissimo signor Ostiense, però, obietta che in questa materia si deve procedere con alquanta prudente lentezza, e viene celebrata la messa dei defunti’ (FF. 3257). Innocenzo IV, tuttavia, espresse la sua viva convinzione della santità di Chiara con la bolla ‘Gloriosus Deus’ del 18 ottobre dello stesso anno. Con questa bolla egli indiceva il processo di canonizzazione affidandone l’istruzione a Bartolomeo Accoramboni, vescovo di Spoleto. La canonizzazione di Chiara avverrà solo due anni dopo, nel 1255, per opera del suo successore Alessandro IV. Ricorrendo quest’anno il 750’anniversario della morte di santa Chiara e della consacrazione da parte di Innocenzo IV delle quattro chiese sopra citate, Assisi ricorderà degnamente questa data.

AUTORE: Don Aldo Brunacci