Intervista all’imam Qader sulle conversioni di italiani all’Islam

Potrebbero essere oltre mille i convertiti in Umbria, ma mancano statistiche certe

Non c’è altro Dio creatore che Allah e Maometto è il suo profeta. Con questa semplice professione di fede avviene l’ingresso nell’islàm, recitata davanti a testimoni ma anche, se si vuole, in privato, da soli. E’ richiesto solo un bagno purificatore per presentarsi ad Allah, perché la professione di fede, spiega l’imam di Perugia Abdel Qader, è un rapporto diretto tra Dio e l’uomo. Per questa ragione ogni statistica sulle conversioni di italiani all’islàm non può contare su atti formali registrati in un qualche luogo, come avviene, invece, nel cristianesimo che sancisce l’ingresso nella comunità di fede con un sacramento, il battesimo, del quale tutte le Chiese cristiane conservano nota in appositi registri. L’imam Abdel Qader per indicare una cifra di quanti siano gli italiani divenuti islamici a Perugia fa appello alla memoria, ricordando i molti italiani che hanno fatto tappa alla sua moschea per chiedere informazioni sulla religione, o per avere il libro del Corano. ‘Fare una statistica delle conversioni all’islàm è difficile – commenta l’imam – molti italiani vengono a chiedere informazioni e non tutti vivono a Perugia, ma sono di certo oltre mille’. Quelli che vivono in zona si ritrovano tra di loro, in piccoli gruppi, in moschea vanno per le grandi feste perchè nei giorni feriali si lavora e le cinque preghiere quotidiane si recitano dove ci si trova. L’imam di Perugia non ha una mappa completa dei gruppi di italiani islamici attivi in zona (un gruppo del Coreis è presente a Perugia), anche se sta pensando a realizzarla. La formazione e la conoscenza dell’islàm è affidata alla singola persona. La moschea offre la ‘scuola di Corano’ dove imparare (quantomeno a memoria) i versetti del Libro Sacro necessari per la preghiera. Ogni moschea si organizza come può. Ci sono, però, delle conversioni che vengono registrate. Si tratta di quegli italiani che volendo sposare una donna islamica devono dimostrare di aver abbracciato l’islàm per poter ottenere i documenti necessari dal Paese d’origine di lei. ‘Non tutti i Paesi islamici chiedono questo’ precisa l’imam Qader, osservando che comunque anche se non richiesto dalla legge il passaggio del marito all’islàm è richiesto dalla tradizione e dalla famiglia della donna. ‘Ho conosciuto personalmente una situazione difficile di una donna che si è sposata con un cristiano, ma per questo ha dovuto tagliare i ponti con la famiglia’. Una legge ingiusta spesso accettata per evitare complicazioni da uomini che del battesimo e della religione hanno solo un lontano ricordo. ‘Io dico a questi italiani che non dovrebbero diventare islamici solo per convenienza’ dice Abdel Qader riferendosi alle dieci coppie ‘miste’ che gli capita di sposare, in un anno, nella sua moschea. ‘Ma sono molti di più questi matrimoni, solo che preferiscono andare nel paese della donna per celebrarlo’, commenta. Conversioni poco convinte cui non segue la pratica dei precetti dell’islàm perché in fondo la religione non interessa proprio, osserva l’imam. Ci sono però italiani che si rivolgono alla moschea mossi da un vero interesse religioso. Perchè lo fanno, cosa li spinge? ‘Chi si rivolge all’islàm – dice Qader – spesso non è soddisfatto della Chiesa cattolica, la critica, ma c’è anche chi non crede nella divinità di Gesù’. Questo Gesù, che per i cristiani è Figlio di Dio, per i musulmani è un ‘grande profeta’ di cui il Corano parla con grande rispetto. Ed è per questo rispetto che non condivide la polemica sollevata da Smith sul crocifisso nelle scuole. Ed è per non offendere la sensibilità dei cattolici che l’imam Abdel Qader evita di affrontare questo punto che segna la differenza tra le due religioni. Per questo quando a conclusione del colloquio gli chiedo qual è il punto che unisce e il punto che divide i credenti delle due religioni, preferisce insistere ‘su ciò che unisce’ come la carità e l’etica citando le posizioni sull’aborto, l’eutanasia e la situazione della donna trasformata in oggetto e mercificata. Anche di Gesù preferisce sottolineare i grandi insegnamenti morali riportati nel Corano e proposti ai fedeli dell’islàm. ‘Quello sulla natura di Gesù è un discorso delicato. Noi non riconosciamo la sua divinità, ma abbiamo assoluto rispetto di Gesù e non vogliamo offendere i cristiani’ commenta Qader.

AUTORE: MariaRita Valli