‘Intorno’:a che cosa?

È arrivata anche alla mia e-mail la seconda delle lettere che l’Unione per le Libertà ha inviato, come fosse una nobildonna al balcone del suo maniero, al ‘Gentile Vescovo di Spoleto – Norcia’: tanto è bastato perché davanti alla nostra fantasia si materializzasse il luminoso sorriso di mons. Riccardo Fontana, quello delle grandi occasioni, quello di quando il successore di san Brizio si conferma ‘sollecito a farsi fotografare al fianco della presidente regionale’, benedicente e benedetto. La prima lettera non l’ho avuta: non ne ho fatto una tragedia. ‘Contro il falso pacifismo, combattere il terrorismo’: lo slogan adottato da coloro che, dissentendo dalla Marcia della Pace Perugia-Assisi, l’11 settembre 2005, a Norcia, hanno organizzato una contro/manifestazione ‘presso la statua di San Benedetto’ dice tutto: dice che Lorsignori potevano tenere la loro manifestazione intorno alla fontanella dei giardini pubblici e non scomodare il grande Padre del monachesimo. E che potevano risparmiarsi i tanti (troppi) infelici colpi di schioppetto di sughero caricato a palle di stoppa: dalla denuncia del ‘tono perentorio e padronale del vescovo’ al vittimismo tipo nobiluomo lamentoso/decaduto, loro che si sono autodefiniti ‘privati cittadini dabbene’, e che hanno avuto una qualche difficoltà burocratica a farsi assegnare per quel giorno l’uso di una piazza, mentre ‘si pretende cittadinanza immediata per forastieri di tutto il mondo’. Certo, la denuncia dell’elefantiasi dei nostri Enti locali ha una sua ragion d’essere, e la Presidente dovrà pure decidersi di metterci mano. Ma parlare di ‘miriadi di enti e carrozzoni parassitari che ogni giorno sperperano e massacrano una quantità enorme di risorse pubbliche prodotte e sudate dal popolo lavoratore umbro e italiano’, e paragonare Maria Rita Lorenzetti a ‘Maria Antonietta, che nella Francia del Settecento, giocava a far la neve con la farina, a fronte del popolo affamato’, e proporre che le ‘miriadi di carrozzoni’ vengano dati alle fiamme per ‘alleviare ogni mese la fame di almeno due milioni di poveri sparsi pel vasto mondo’, e sostenere che proprio l’11 settembre 2005 ‘non è la prima volta che un vescovo si fa paladino della Chiesa dei potenti e lancia i suoi strali’, e che ‘le gerarchie sono fatte così, possono con una certa facilità lasciarsi andare a campagne d’odio e di violenza’, eccetera eccetera, beh! tutto questo meritava d’essere proclamato solo in un’osteria periferica, intorno ad un fiasco di vino. Il punto centrale di tutta la questione è uno solo. Opus istitiae pax, la pace può nascere solo dalla giustizia. La priorità assoluta è oggi quella di combattere il terrorismo, anche sacrificando ad tempus l’esercizio di qualche libertà civile: ma questo non può far né dimenticare, né attenuare per un solo momento la necessità di costruire quella giustizia che sola può garantire la pace.

AUTORE: Angelo M. Fanucci