Istruzione dal domani incerto

In forse l’effettivo trasferimento dei corsi di medicina nella nuova sede, ma la crisi più in generale dipende dai tagli ai finanziamenti

Con la ripresa delle attività dopo la pausa estiva, le problematiche della scuole tornano al centro dell’attenzione pubblica. Terni e provincia hanno le stesse difficoltà che hanno tutte le scuole in Italia a seguito della diminuzione dei fondi statali: classi con maggior numero di studenti, insegnanti precari per la riduzione conseguente delle cattedre; c’è ancora un certo numero di edifici scolastici che non sono stati messi a norma contro l’incendio e gli infortuni in genere. Non va poi dimenticato che Terni è polo universitario ormai da alcuni anni. A fine anno sapremo se gli iscritti ai corsi universitari ternani (6 facoltà) sono aumentati e, soprattutto, se avranno inizio le lezioni, almeno quelle teoriche, nella nuova sede del corso di Medicina e chirurgia come nelle previsioni. Per l’università i fondi governativi sono diminuiti non di poco, tanto che l’Università di Perugia, di cui i corsi di laurea a Terni fanno parte, ha aumentato le tasse d’iscrizione. Allo sviluppo dell’università in provincia di Terni (oltre Terni, vi sono sedi a Narni e ad Orvieto) presiede un apposito consorzio costituito dai Comuni interessati, dalla Regione, dalla Provincia, dall’Università di Perugia, dalla Fondazione Carit, dalla Camera di commercio e dall’Assindustria. Oltre i rappresentanti istituzionali partecipano alle riunioni del consorzio il pro-rettore per Terni, i presidi delle facoltà presenti e i membri del collegio sindacale. In questi giorni c’e stato il cambio del presidente a seguito delle elezioni amministrative della primavera scorsa, con l’incarico affidato al nuovo sindaco Di Girolamo. Un lavoro immane e delicato attende il consorzio: i corsi sono stati istituiti con forti investimenti degli enti locali e da un finanziamento iniziale del Miur; ora debbono essere mantenuti e sviluppati con non minore impegno finanziario. C’è però la crisi economica mondiale che tutti sappiamo; malgrado ciò, i fondi non debbono diminuire, e il Ministero dovrà onorare i patti a suo tempo sottoscritti, che prevedono stanziamenti da ripetere nel tempo. Infine, prima dell’estate in città si è molto discusso su un documento emanato dall’associazione culturale “Per Terni città universitaria” sullo sviluppo e sulla specificità dell’università a Terni. Ed è anche in atto una discussione, più avanzata, sul rapporto tra università, ricerca ed imprese. Insomma, i problemi sono molti e seri.

AUTORE: N. M.