Così canta l’intitolazione della Preghiera eucaristica V/D: “La Chiesa in cammino”. Bene. Ma l’intestazione aggiunge: “… verso l’unità”.
Come “in cammino verso l’unità”? Ma non era già unita, la Chiesa, come diciamo ogni domenica al termine delle lettura: “Credo la Chiesa una, ecc.”. Allora?
Continua il testo sacro: “Per mezzo del tuo Figlio, splendore d’eterna gloria fatto uomo per noi, hai raccolto tutte le genti nell’unità della Chiesa”. “Hai raccolto”: già fatto. E grazie a questo fatto compiuto, il Padre “continua a radunare in una sola famiglia i popoli della Terra, e offre a tutti gli uomini la beata speranza del Suo regno”.
Occorre fare un passo indietro, e riprendere in mano i testi del Concilio. Il Concilio ha introdotto distinzioni fondamentali nel cuore della nostra comprensione del mondo e della sua storia, prima fra tutte la distinzione fra Chiesa e Regno.
La Chiesa, oggi come mai per il passato, è il pusillus grex (piccolo gregge) del quale ha parlato Gesù. Su questo fatto ha influito molto la crescita esponenziale della popolazione mondiale, ma forse molto maggiore è stato l’effetto della cultura delle autonomie, che ha sottratto alla Chiesa competenze che ieri le venivano attribuite, visto che scelte diverse non erano possibili. Oggi la filosofia, le scienze, la politica rivendicano un proprio ambito esclusivo e delle leggi proprie, che le autorizzano a parlare come parlano le realtà umane adulte.
Il Regno è tutt’altra cosa: il Regno è la crescita complessiva della verità e del bene, a qualsiasi titolo, nelle coscienze e nelle strutture; una crescita che il suo spazio lo chiede innanzitutto alla coscienza di ogni uomo, e poi alle strutture che lo accolgono.
La Chiesa è il cuore del Regno, ed è veramente Chiesa solo quando ne provoca in massimo grado la crescita nella verità e nel bene. Da lei si irradia la forza di Dio. Il cui tragitto solo per una minima parte è visibile, mentre tutto il resto è un percorso di tipo carsico, s’inabissa, riaffiora, s’inabissa di nuovo… solo all’ultimo tutto sarà chiaro.
In questo senso, grazie alla natura carsica di gran parte del suo percorso, la Chiesa vive in funzione del Regno. E aveva ragione la Preghiera V/C a concludere chiedendo al Padre una Chiesa esemplare sul piano della verità e della libertà, della giustizia e della pace, ma con una finalità precisa: “Perché tutti gli uomini si aprano alla speranza di un mondo nuovo”.
La Chiesa in funzione del Regno. E il cuore esce fuori dall’archivio parrocchiale e se ne va per il mondo cantando le lodi del Dio onnipotente nella misericordia.