La Chiesa, segno di unità

Mons. Domenico Sorrentino
Mons. Domenico Sorrentino

A cinquant’anni dal Concilio Vaticano II, resta significativa, e più che mai attuale, la definizione che la Lumen Gentium diede della Chiesa come “sacramento di unità”. Un’idea sviluppata in verticale ed orizzontale: “sacramento, ossia segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano”. L’umanità, come negli anni in cui il Concilio si svolgeva sullo sfondo di un mondo segnato dalla “guerra fredda”, continua a dibattersi in una serie di innumerevoli conflitti regionali, spesso fratricidi. L’aspirazione alla pace è continuamente sottoposta allo scacco, quasi sogno impossibile. Per cogliere la forza devastante della divisione non bisogna andare così lontano. Al di là delle guerre combattute con morti e feriti, si espande a vista d’occhio il fenomeno di una società in cui i rapporti tra le persone sono sempre più labili. I nostri dibattiti – quelli della politica in questi giorni non fanno eccezione – sono spesso lo specchio di distanze mentali, e magari di pregiudizi e ostilità viscerali. Le parole si fanno violente oltre ogni misura. E come sorprendersi di questa deriva se il virus della divisione ha attaccato ormai da tempo, e in modo così pervasivo, la cellula stessa della convivenza, la famiglia? Senza unità non si va lontano. La crisi economica e sociale non si affronta senza un sussulto di solidarietà. Ma dove poggiarla, quando gli animi sono così distanti e diffidenti? Si vede allora l’urgenza della missione della Chiesa, nell’immagine che il Concilio ce ne ha dato. “Sacramento di unità”: alla Chiesa compete essere lievito di unità. Ne ha il compito, perché prima ancora ne ha il segreto. Il Concilio non a caso volle aprire la sua trattazione sulla Chiesa sottolineando il suo “mistero”. In definitiva, questo mistero è la stessa vita divina in cui la Chiesa si sperimenta immersa: vita divina che è vita trinitaria, unità nell’intimo intreccio di tre divine Persone, da cui scaturisce un principio di unità anche per l’uomo. “Amatevi come io vi ho amato” è il comandamento di Gesù. L’amore è anzi segno distintivo dei suoi discepoli: “Da questo vi riconosceranno”. La Chiesa vive di questo mistero, nonostante sia essa stessa, per la fragilità degli uomini che la compongono, provata dall’esperienza della divisione.La Settimana di preghiera per l’unità ci ha ancora una volta ricordato questo dramma. E tuttavia la Chiesa si apre al dono che continua a venirle dall’Alto, sentendolo come impegno e programma.

“La Trinità” di Albrecht Duerer (1511) al centro della vita della Chiesa
“La Trinità” di Albrecht Duerer (1511) al centro della vita della Chiesa

Di qui l’ecumenismo. Di qui gli sforzi pastorali per creare nella comunità cristiana nuove istanze di raccordo tra le persone, per contenere e sconfiggere i germi di divisione. Un’esperienza incoraggiante, in questo senso, sta nascendo in tanti contesti ecclesiali, con la promozione di piccole “comunità” che mettono insieme i battezzati intorno alla Parola di Dio, facendone altrettante “famiglie” che rivitalizzano il percorso ordinario della vita parrocchiale, rendendola una esperienza calda di comunione. Molti cristiani fanno simile esperienza attraverso i movimenti ecclesiali. Ma è gran segno di speranza che questa spinta di fraternità cominci a ridisegnare il volto delle parrocchie, struttura di base della vita ecclesiale. Ad Assisi le abbiamo chiamate “Comunità Maria – Famiglie del Vangelo”, e la loro crescita fa già intravedere i frutti dell’unità in un rinnovato slancio della vita ecclesiale. L’auspicio è che da simili percorsi tragga vantaggio non solo la Chiesa, ma l’intera società.

AUTORE: † Domenico Sorrentino Vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino