Torniamo per un po’ alle piccinerie della politica italiana. Ha tenuto il campo, per diversi giorni, la diatriba nata da una frase di Landini, il capo della CGIL, il quale ha detto che Giorgia Meloni, davanti a Trump, si comporta come se fosse una sua cortigiana. Propriamente parlando, il termine “cortigiano”, al maschile e al femminile, indicava quei nobiluomini e quelle nobildonne che, un tempo, circondavano i monarchi assoluti (tipo il Re Sole) e le loro consorti. Il loro compito era quello di fare scena, inchinarsi, applaudire e sorridere estasiati ad ogni parola e ogni gesto dei loro sovrani. Un atteggiamento quasi servile, fermo restando che i cortigiani non facevano parte della servitù ma della nobiltà.
A loro è dedicata la celebre aria “Cortigiani vil razza dannata” messa da Verdi in bocca a Rigoletto (che era il buffone di corte e dunque apparteneva ad una classe sociale molto inferiore). Tuttavia ci sono anche sfumature diverse: Baldassarre Castiglione (1478-1529) usa quella parola come titolo di un suo libro famoso, dove cortigiano, sia al maschile che al femminile, non ha affatto un senso spregiativo anzi elogiativo. I dizionari della lingua italiana registrano anche l’aggettivo “cortigianesco” per indicare quel modo di fare ipocritamente sottomesso e adulatorio, quel dare sempre ragione, che molti e molte tengono davanti a qualcuno più ricco e potente di loro – anche se non si tratta più né di re né di regine, ma, magari, del Presidente degli Stati Uniti d’America.
Lasciando dunque a Landini le sue responsabilità, non possiamo negare che definire cortigianesco il modo di fare di Giorgia Meloni verso Trump è abbastanza appropriato. L’intenzione era certamente critica, ma restava sul piano politico. È poi vero che la parola “cortigiana” (solo al femminile) è usata anche come eufemismo in sostituzione di prostituta. Però, caso per caso, il senso complessivo del discorso fa capire bene, a chi ascolti in buona fede, quale sia il significato voluto.
Nel caso di Landini solo chi cercava un pretesto per fare polemica poteva far finta di avere capito che lui desse della prostituta a Meloni. I toni scandalizzati, poi, sono poco convincenti se provengono dai giornali filomeloniani, i quali non sembrano un modello virtuoso in materia di linguaggio politicamente corretto.
