La famiglia nella società multietnica

Incontro del Cif

Società multietnica e problematiche della famiglia: questo il tema trattato dall’avv. Fabrizio Cecci per iniziativa del Cif il 16 febbraio. L’elevato numero delle convenute testimoniava l’attualità di questo argomento e l’interesse che suscita. Il conferenziere ha messo subito in evidenza come i matrimoni misti, vale a dire fra una parte cattolica e una non cattolica, con la conseguente costituzione di famiglie multiculturali, siano sempre stati matrimoni difficili. Le difficoltà vengono oggi ad accrescersi sensibilmente con l’estendersi di matrimoni fra cristiani e appartenenti all’Islam. Il conferenziere ha ricordato come, secondo il diritto canonico, nel matrimonio misto la parte cattolica è tenuta ad impegnarsi all’educazione religiosa dei figli e anche ad evitare i pericoli di un allontanamento dalla fede; rendendo naturalmente di ciò pienamente informata la parte non cattolica. Ora quella islamica è religione di esclusione e ciò impronta inevitabilmente le strutture matrimoniali. Secondo i dettami dell’Islam l’uomo è libero di sposare sia una donna islamica sia una donna delle religioni del libro (ebraismo, cristianesimo); la donna può sposare solo un islamico; e ciò perché la donna è sottoposta all’uomo, quindi nell’unione matrimoniale necessariamente soccombente. L’avv. Cecci ha messo anche in evidenza come la religione islamica sia strettamente legata alla forma di potere esistente nei paesi che la professano, Chiesa e Stato sono oggi in realtà una cosa sola nei paesi mussulmani. E’ stata poi esaminata, sempre a proposito di matrimoni misti, la legislazione civile italiana. Secondo le norme vigenti, la parte contraente che viene da un altro Paese è tenuta a produrre, prima del matrimonio, un attestato delle proprie autorità consolari con relativo nulla osta. Trattandosi di un uomo magrebino, le autorità del suo Paese rilasciano senza difficoltà il nulla osta; se si tratta di una donna, questo non avviene; l’unico modo di superare l’ostacolo è quindi la conversione del contraente cattolico all’Islam. A tal fine sono stati istituiti corsi veloci di conversione presso la moschea islamica di Roma; consegnando all’Ambasciata il certificato di conversione viene rilasciato il nulla osta. Ha partecipato all’esposizione dei temi trattati anche il consulente del Cif, mons. Nazzareno Amantini. Molti sono stati gli interventi nei quali è stato trattato anche lo spinoso problema dell’infibulazione al riguardo della quale non esistono evidentemente a tuttora leggi precise tese a salvaguardare la dignità e l’integrità corporea delle bambine islamiche residenti nel nostro Paese. Nel corso degli interventi e dei dibattiti è stata più volte sottolineata la necessità di tener fede a quei valori che costituiscono lo stesso tessuto connettivo della nostra cultura e della nostra civiltà.

AUTORE: E. Rose