La galleria d’arte di Iacopone

ITINERARI IACOPONICI . Il frate probabilmente andò ad Assisi a pregare sulla tomba di Francesco. Poté non notare Cimabue?

E’ il luogo delle memorie francescane per eccellenza, e sicuramente fra’ Iacopone da Todi capitò da quelle parti per far visita alla tomba di Francesco. È molto probabile che ad Assisi si fermasse anche per visitare gli affreschi di Cimabue: al grande pittore lo accomunavano un forte temperamento drammatico, oltre che una certa predisposizione per tematiche come la Crocifissione. Nell’occasione, forse contravvenendo a quelli che potremmo definire i suoi principi (tra cui il suo totale rifiuto del mondo e quindi, si ipotizza, anche da quella sovrabbondante produzione figurativa sua contemporanea), vide anche altre opere conservate nella stessa basilica, nonché nelle chiese vicine. Un itinerario, questo della città serafica, affascinante e ricco di sollecitazioni artistiche, che gli organizzatori della mostra ‘Iacopone da Todi e l’arte in Umbria del Duecento’, in svolgimento a Todi, consigliano di percorrere, dopo aver visitato la mostra, per saperne di più su quell’arte del Duecento che forse ispirò la composizione delle Laude del frate – poeta tuderte. La visita può cominciare dalla basilica di San Francesco, che sappiamo costituita da due chiese sovrapposte: l’inferiore, costruita tra il 1228 e il 1230, e la superiore, realizzata tra il 1230 e il 1253. Prima di entrare nella chiesa, dal bel portale gotico realizzato nella seconda metà del XII secolo, è interessante soffermarci ad ammirare la piazza circondata da portici del 1474. L’interno dell’edificio sacro, la cui costruzione iniziò nel 1228, due anni dopo la morte di San Francesco, è a una navata con campate e volte a crociera, due transetti e un’abside semicircolare; soltanto alla fine del XIII secolo vennero aperte le cappelle laterali. In questo meraviglioso tempio cristiano nacque la grande pittura italiana, oggi ammirata da migliaia di turisti ogni anno: la navata conserva gli affreschi sulle Storie di Cristo e Storie di san Francesco del Maestro di San Francesco, e la Maestà e san Francesco di Cimabue, opere che – come dicevamo – Iacopone potrebbe aver visto. Si tratta infatti di soggetti, come il Cristo e la Madonna, che spesso diventano centro del suo mondo esistenziale, in varie occasioni celebrati dai suoi versi. C’è poi la cripta che custodisce la tomba del Santo, il cui corpo fu scoperto nel 1818: vi si accede da alcune scale poste a metà della navata, sulla destra. La cripta fu realizzata nel 1822 su progetto di Pasquale Belli, ristrutturata poi negli anni 1925-32 in forme romaniche da Ugo Tarchi. È il momento di uscire e di salire la scalinata che ci conduce alla basilica superiore, la più conosciuta per il magnifico ciclo di affreschi sulle storie della vita di san Francesco, realizzate da Giotto nel registro inferiore della navata tra il 1296 e il 1300. Presso la basilica è possibile visitare il Museo del Tesoro: tra le opere esposte San Francesco e quattro storie della sua vita del Maestro del dossale di San Francesco, una croce dipinta del Maestro dei crocifissi blu, una croce astile, in rame dorato, di scuola umbra (fine secolo XII), una statua lignea di Madonna con Bambino della seconda metà del Duecento, umbra. Tornati all’esterno, si può decidere di passare a visitare la basilica di Santa Chiara, custode delle spoglie della santa omonima. L’interno, ad unica navata, è decorato con crocifissi lignei del XII ‘ XIII secolo, ed affreschi, molti dei quali eseguiti nel XIII secolo. Tra le opere la croce di San Damiano, la croce della badessa benedetta del Maestro della Santa Chiara, un trittico con Madonna con Bambino in trono di Rainaldo di Ranuccio, una Santa Chiara e le storie della sua vita e una Madonna in trono con il Bambino, ambedue eseguite dal Maestro di Santa Chiara. Ma il percorso non finisce qui: altre meraviglie attendono il visitatore. Se si ha ancora del tempo per fermarsi in città, vale la pena passare a vedere la cattedrale di San Rufino, costruita nel 1200 in stile romanico: la facciata mostra un bellissimo rosone. All’interno sono conservati affreschi del XIII – XIV secolo. Scendiamo poi verso Santa Maria degli Angeli, se non si è scelto di passarci prima: è d’obbligo la tappa alla basilica, costruita tra il 1569 e il 1679. All’interno conserva la cappella del Transito, l’antica cella dell’infermeria in cui morì san Francesco, e la cappella della Porziuncola (X ‘ XI sec.) scelta dal Santo come dimora, e dove fondò l’Ordine francescano. Nella basilica e nel Museo annesso sono conservate opere d’arte sacra e oggetti liturgici, molti dei quali realizzati nel XII ‘ XIII secolo: la croce di Giunta Pisano (1236) e un San Francesco fra due angeli del Maestro di San Francesco.

AUTORE: Manuela Acito