La moderna “abbazia” ha settant’anni

Pro Civiate Christiana. Intervista alla neo presidente Chiara De Luca e al predeces- sore Marco Marchini

Lo scorso 2 luglio Chiara De Luca, volontaria che via via ha sempre dimostrato passione e capacità di coordinamento, è stata eletta presidente della Pro Civitate Christiana, l’associazione fondata da don Giovanni Rossi, formata da “volontari” laici, con alcuni sacerdoti, “impegnati – si legge nel loro sito web http://procivitate.assisi.museum – ad annunciare la bella notizia di Gesù Cristo morto e risorto agli uomini di oggi con una scelta di radicalità evangelica e attraverso l’accoglienza, la parola e ogni mezzo di comunicazione sociale”.

De Luca, originaria di Montefiascone (Vt) e laureata in Lingue straniere, è la seconda donna dopo Paola Baracchi a gestire tale incarico, succedendo a Marco Marchini presidente dal 2001.Parlando con Chiara De Luca notiamo nel suo sguardo segni di preoccupazione, comprensibili per la responsabilità assunta anche se la stessa si affida fiduciosa al contributo dei sei componenti del Consiglio direttivo e dei collaboratori ad esso esterni. Chiara, già predisposto il programma? “Sono appena stata eletta! Lo stiamo preparando. Al momento tento il possibile per la riuscita del Corso di studi cristiani che si svolgerà dal 20 al 25 agosto sul tema ‘Passione laica e profezia nella famiglia, nella politica, nella fede’. Le mie intenzioni?

Potenziare le attività esistenti, che già richiedono notevole impegno, ed introdurre nuovi eventi. Abbiamo lanciato l’iniziativa ‘Le conversazioni di Assisi’, ovvero incontri destinati ad una discussione aperta sulle tematiche urgenti ed emergenti. Auspico una sinergia con la Comunità di Bose, che dal prossimo autunno avrà sede stabile in Assisi presso l’antico insediamento di San Masseo, in fase di ristrutturazione”. Esiste per la Pro Civitate una carenza di vocazioni? “E per quale Ordine o istituzione ecclesiale non esiste? Molteplici le cause: soprattutto una civiltà materialistica e la crisi della definitività, per intenderci una tendenza alla provvisorietà, purtroppo spesso condivisa. L’introduzione di coppie e di sposi ha risollevato le sorti della Pro Civitate, fermo restando che il recupero vocazionale resta, a livello generale, un cammino difficoltoso”.

Cittadella Editrice persegue un rinnovamento? “È stata sempre al passo con i tempi, in alcuni casi anticipatrice. Hanno preso inizio comunque nuove collane: La stola e il grembiule, Cantiere coppia, Alfabeto dei sentimenti, L’etica e i giorni. Durante il 2009-2010 sono stati pubblicati volumetti agili per la pastorale sacerdotale. Esprimo il desiderio che la rivista Rocca continui la sua presenza come una voce evangelicamente attenta alla società nelle molteplici articolazioni”. Marchini, nostalgia del timone da manovrare? “Il mio mandato si è prolungato ben oltre il limite statutario; continuerò a garantire la mia disponibilità. Un concetto vorrei ribadire: la Cittadella, sede ufficiale della Pro Civitate, non rappresenta un centro turistico ma un luogo di spiritualità che mi piace concepire come una moderna abbazia palpitante di operosità, preghiera, cultura”.

Quali caratteri emergono dalla personale esperienza direzionale? “Ho sempre desiderato che corsi di studio e convegni affrontassero tematiche non soltanto religiose, in modo tale da scandagliare l’orizzonte umano con un’attenzione al mondo dei credenti e dei diversamente credenti. Ritengo opportuno oggi un approfondimento sul significato della coppia, della famiglia e delle famiglie, fondamento di ogni società. Dopo il terremoto del settembre 1997 mi sono adoperato per la sistemazione della galleria d’arte diretta da Anna Nabot, seguendo i moderni criteri museali: uno scrigno unico al mondo che contiene le opere cristologiche dei più famosi autori contemporanei; annuncio con soddisfazione che si sta predisponendo il catalogo”. Come si è sviluppato il rapporto tra Pro Civitate e Chiesa diocesana? “Non è mancata una fase di confronto, e tuttavia parlerei di un ottimo rapporto che si è intensificato con l’attuale vescovo mons. Sorrentino. Ritengo doveroso rimarcare che il vescovo emerito mons. Goretti, approvando nel 2004 lo Statuto, consentì l’ingresso in comunità di coniugi quali volontari effettivi”. Nel tardo pomeriggio concede volentieri un breve colloquio l’attuale decano della Pro Civitate, Nello Giostra, ricoverato presso l’infermeria della struttura, benvoluto e seguito, volontario dal 1947. Rari gesti e parole raccolgono un brano di storia della comunità.

AUTORE: Francesco Frascarelli