La nuova catastrofe

Cile. I primi aiuti delle organizzazioni cattoliche dopo il sisma

Dopo Haiti, il Cile. A distanza di circa due mesi l’America latina torna ad essere devastata dalle catastrofi naturali. È di 723 morti il bilancio, ancora provvisorio, delle vittime del violento terremoto del 27 febbraio a Santiago e nel sud del Cile, ma si continua ancora a scavare sotto le macerie per cercare i dispersi. Per la popolazione la situazione è sempre più difficile, in molte zone manca l’elettricità e inizia a scarseggiare il cibo. Le organizzazioni cattoliche si sono già mobilitate, accogliendo l’invito di Benedetto XVI all’Angelus di domenica scorsa. “Prego per le vittime – ha detto il Papa – e sono spiritualmente vicino alle persone provate da così grave calamità; per esse imploro da Dio sollievo nella sofferenza e coraggio in queste avversità. Sono sicuro che non verrà a mancare la solidarietà di tanti, in particolare delle organizzazioni ecclesiali”. Una voce da Caritas CileNel centro di Santiago almeno cinque chiese sono state distrutte dal terremoto, ma pare non ci siano vittime tra sacerdoti e religiosi. L’edificio della Conferenza episcopale cilena, che ospita anche Caritas Cile, è stato danneggiato. Lo dice padre Alfonso Baeza Donoso, vicepresidente di Caritas Cile, raccontando al telefono le difficoltà nell’approntare i primi soccorsi. “È una catastrofe enorme, soprattutto nella zona di Concepción – conferma –. Il nostro edificio ha subìto danni, le comunicazioni non funzionano bene”. “È stata una scossa enorme che è aumentata pian piano di intensità – la descrive padre Baeza –. È un’esperienza molto forte e dolorosa, una situazione drammatica per tutte le persone che hanno perso i familiari e sono rimaste senza casa”. Caritas Cile ha aperto un conto corrente per raccogliere le offerte, mentre a Santiago “stiamo raccogliendo alimenti in diverse parrocchie – dice –. Ora speriamo di riuscire a distribuirli perché ci sono grandi difficoltà nei trasporti via terra, visto che strade e ponti sono andati distrutti”. I Vescovi“È tempo di pregare e di riunirsi come una sola famiglia”, ha detto mons. Alejandro Goic, vescovo di Rancagua e presidente della Conferenza episcopale del Cile. “È stata una catastrofe. Siamo addolorati per i nostri fratelli e sorelle che hanno perso la vita, esprimiamo vicinanza e preghiera per i loro parenti e amici, anche per quelli che hanno perso le loro proprietà ottenute grazie agli sforzi di una vita”. Anche l’arcivescovo di Santiago, il card. Javier Erzuriz Ossa, ha fatto appello ai volontari, invitando a dare una mano nelle parrocchie e negli altri centri. Ha poi deplorato gli episodi di speculazione sui prezzi dei generi di prima necessità. Mons. Ricardo Ezzati, arcivescovo di Concepción, ha invece condannato i comportamenti di quanti compiono “un secondo terremoto”, con azioni di sciacallaggio. La Chiesa cilena fornisce aggiornamenti sul proprio sito istituzionale, e anche tramite il social network Twitter. Aiuti da Caritas italianaCaritas italiana ha donato 100.000 euro per i bisogni immediati delle popolazioni colpite dal terremoto in Cile. I primi aiuti si stanno distribuendo soprattutto nelle zone di Maule e Bío Bío, le più colpite, anche se “il ripetersi delle scosse purtroppo non facilita l’organizzazione”, rileva una nota. Intanto una missione internazionale Caritas è giunta in Cile a sostegno della Chiesa e Caritas locale. Si stanno distribuendo aiuti attraverso le parrocchie e gli altri centri delle 23 diocesi e 4 giurisdizioni ecclesiastiche del Paese. Oltre ad alimenti non deperibili, sono in distribuzione acqua potabile e tende. Sono mobilitate tutte le parrocchie della capitale, quelle dell’arcidiocesi di Concepción e molte altre nelle zone più colpite. Nella diocesi di Chillan, sono stati organizzati punti di distribuzione nell’atrio della cattedrale, negli uffici del dipartimento di Azione Fraterna, nella radio diocesana. Anche molte chiese e strutture ecclesiali sono state gravemente danneggiate. C’è inoltre bisogno di ascolto e di sostegno psicologico. Tra le tante Caritas diocesane che si sono subito attivate va annoverata la Caritas di Roma, che ha stanziato 50 mila euro.