La popolazione alza la voce contro l’elettrodotto dell’Enel

Valle San Martino / Un comitato per fermare la ripresa dei lavori

Da molto tempo gli abitanti di Valle San Martino stanno conducendo una battaglia contro l’Enel per impedire che il tracciato dell’elettrodotto da 380 mila volts, che dovrebbe servire per trasportare a Pescara l’energia elettrica prodotta nella centrale di Montalto di Castro, passi vicino alle loro case. Dopo una interruzione dei lavori, determinata da un ricorso straordinario presentato al Presidente della Repubblica, sembra che i lavori stiano infatti per riprendere, causando forti preoccupazioni tra i residenti che non vogliono vedere sorgere vicino alle loro abitazioni tre giganteschi piloni, uno alto addirittura settanta metri, che dovrebbero sorreggere la linea di derivazione. Il via libera ai lavori è stato dato dalla Regione e dalla Prefettura, in quanto sembra che non esistano problemi per la salute degli abitanti: secondo la direttiva della Comunità europea la soglia di rischio scatta a una distanza di cento metri, a Valle San Martino l’elettrodotto passa a 700 metri dalle abitazioni. Ma la popolazione non è affatto tranquilla; ha costituito un Comitato che, da molto tempo, ha proposto all’Enel di far passare il tracciato più a valle, vicino alla Flaminia, o di interrare i cavi, ricevendo però risposte negative; ha anche preso contatti con esponenti del Ministero dei beni culturali e dell’ambiente perché intervengano per salvaguardare la zona dal forte degrado rappresentato dal tracciato dell’elettrodotto. Si comprendono perfettamente le perplessità e le preoccupazioni degli abitanti della frazione che non vogliono tralicci dell’alta tensione sopra le loro teste, anche perché il parere degli esperti sulla pericolosità dell’inquinamento elettromagnetico sono ancora molto discordi; il fatto merita però qualche considerazione, soprattutto in una città che ha duramente, e giustamente, contestato la costruzione di una centrale a biomasse nel proprio territorio. Indubbiamente esiste il problema della sempre crescente necessità di energia, sia per uso industriale o abitativo: rimane il problema della produzione che deve coniugarsi con quello della salvaguardia della salute e del rispetto dell’ambiente. La Conferenza di Kyoto ha stabilito che devono essere privilegiate le cosiddette energie rinnovabili, come quella eolica, fotovoltaica o prodotta con biomasse, considerate non inquinanti. Ci sono però numerosi problemi: il primo riguarda l’impatto ambientale, infatti i cittadini dei comuni della Valnerina, ma anche di alcune frazioni spoletine si sono decisamente opposti alla installazione di pale per la produzione di energia eolica; anche la produzione di energia fotovoltaica presenta problemi di questo genere, oltre a costi piuttosto elevati; per quanto riguarda le biomasse è chiaro che il non inquadramento è legato a alcune precise caratteristiche dei territori dove sorgono le centrali; forse l’unica energia veramente “pulita” è quella idroelettrica, ma abbiamo il problema del trasporto. E allora? Il problema appare di non facile soluzione e dovrebbe farci riflettere su come certi processi stiano diventando incontrollabili e destinati a aggravarsi se non si modificano comportamenti oramai acquisiti in maniera acritica.

AUTORE: Pina Silvestri