La raccolta differenziata resta una chimera, o quasi

L'obiettivo regionale di differenziare il 45% dei rifiuti nel 2006 è stato sconfessato dalla realtà. Tuttavia, Massimo Pera della Gesenu è ottimista: 'È fattibile, rinnovando i sistemi di rac

Raccolta differenziata, cavallo di battaglia degli amministratori e delle aziende municipalizzate che la gestiscono. Meno dei cittadini che, in alcune parti dell’Umbria, specie nei capoluoghi di provincia, la vivono ancora come un peso e – solo in alcuni piccoli centri o frazioni – già come vantaggio ambientale. Farla è fondamentale, per diminuire i volumi di immondizia che si abbattono sulle discariche o che finiscono negli inceneritori: si riciclano così vetro, carta, metalli, plastiche. E si riusano. Sull’argomento, l’Europa ha esperienze diverse: paragonando città con popolazioni numericamente simili, l’ultimo rapporto intitolato Ecosistema urbano Europa 2006 (Legambiente-Ambiente Italia-Dexia Crediop) dimostra che Berlino (3.387.545 abitanti) arriva al 73 per cento di raccolta differenziata di rifiuti, Madrid (3.099.854 abitanti) è al 50 per cento, Parigi (2.144.700) al 44 per cento e che Londra, con ben 7.428.590 abitanti e il suo 33 per cento di raccolta differenziata praticata, supera nettamente le nostre Roma (2.553.873), Milano (1.299.439) e Napoli (995.171). Ancora ferme, rispettivamente, al 29, 25 e 21 per cento. Nettezza urbana più cara? Nel 2000, la Regione Umbria aveva ipotizzato una raccolta differenziata dei rifiuti urbani pari al 25 per cento: sconfortante fu il dato del 2001, appena il 12,8 per cento. Nel 2003 si puntava al 35 per cento, ma si giunse poco sopra il 21. Nel 2004 si è arrivati al 27,8. Oggi, l’obiettivo del 45 per cento del 2006, imposto dal Piano regionale, sembra una chimera. Cosa serve per migliorare, per tendere ai migliori esempi italiani di raccolta differenziata (Treviso è al 70 per cento, si veda La Voce n. 27/06)? Il responsabile dei servizi di Igiene urbana della Gesenu, Massimo Pera, 39 anni, sostiene che a Perugia e ad Umbertide si siano comunque fatti passi da gigante negli ultimi anni, in quanto ‘le quantità di rifiuti sottratti alle discariche sono già considerevoli’. ‘Il 45 per cento di raccolta differenziata è un risultato realizzabile, concretamente’, afferma. ‘Ma occorre rinnovare i sistemi di raccolta. Bisogna raggiungere anche le periferie. E tutto ciò – conclude – richiede un maggiore sostegno da parte della Regione e da parte dei Comuni, anche se non tutti i sindaci sono pronti ad aumentare le tasse ai cittadini’. In poche parole, servono più soldi, sia per avere una raccolta differenziata più efficace, sia per educare meglio i cittadini. I quali, dal canto loro, ancora non hanno assorbito ‘la botta’, in termini economici, del passaggio da tassa a tariffa. Chi oserà chiedere loro nuovi sacrifici? Terni, meglio i paesi che il centro cittàIl vicepresidente dell’Azienda speciale multiservizi (Asm) di Terni è Stefano Tirinzi, 43 anni. ‘Per quanto ci riguarda, il problema è costituito dalla raccolta della cosiddetta frazione organica, altrimenti detta ‘umido’. Sono gli scarti degli alimenti delle famiglie, dei ristoranti, dei bar, dai quali si ricava il compost per fertilizzare i terreni’. A Terni, attualmente, l’Asm garantisce una copertura del 60 per cento del territorio. ‘A fine 2007 – afferma Tirinzi – dovremmo garantire la raccolta della frazione organica nell’intera città, cercando di soffrire meno nei quartieri del centro’. Infatti, nel cuore di Terni, sembra che la cittadinanza non sia ancora molto propensa a praticare la raccolta differenziata, preferendo di gran lunga gettare tutto in un’unica pattumiera. A Terni centro, l’Asm lavora con la raccolta ‘porta a porta’, ma da ogni cittadino riceve appena 25 chilogrammi di ‘umido’ all’anno. Invece, gli abitanti di paesi quali Collestatte, Collescipoli, Torre Orsina, proprio all’imbocco della Valnerina, ‘rendono’ anche 70 chilogrammi pro capite di ‘umido’ all’anno. ‘Sembra curioso, ma è così’, continua Tirinzi. ‘La periferia è più sensibile della città alla raccolta differenziata e noi, come azienda municipalizzata, dobbiamo saper cogliere molto attentamente questi segnali. Per migliorare, va quindi incentivato il sistema dei premi per chi fa uso delle stazioni ecologiche, in modo che tali cittadini possano pagare meno il servizio di nettezza urbana. Stiamo studiando anche l’introduzione di cassonetti dotati di microlettori, che ci facciano conoscere il peso dei rifiuti che vengono depositati. In tal modo, potremmo sapere esattamente le quantità di rifiuti delle attività produttive e commerciali e dei condomini, al fine di premiare chi è più ecologico e ‘riciclone’ con minori costi in bolletta’.

AUTORE: Paolo Giovannelli