e tristi e cupi sono gli uffici giudiziari, quanto più tristi e cupi sono i casi che in quegli uffici si trattano. Il Sostituto reggente della procura generale Alberto Bellocchi, nel fare la relazione sulla situazione della giustizia in Umbria svolta il 17 gennaio scorso, non ha mancato di far trapelare un tratto di umanità confessando di sentirsi dentro una bufera che si è scatenata sul mondo giudiziario anche perugino ed esprimendo un sentimento gratitudine per i collaboratori e per il personale femminile che addolcisce la tristezza dei tribunali. C’è ancora di più nelle parole di Bellocchi: la sensazione che è avvenuto in questi anni qualcosa di molto pericoloso per la sopravvivenza di una qualche fiducia nella giustizia, una specie di terremoto di alto grado. Chi vuol negare questo sarebe un ipocrita e la gente comune sta perdendo la fiducia nel ‘servizio Giustizia’ anche perché, secondo Bellocchi, la gente è stata ‘maliziosamente disinformata’. Nelle parole del sostituto procuratore reggente, sia pure in toni sfumati, c’è tutta la tensione che in questo periodo della nostra storia si è scatenata tra i poteri forti dello stato e le istituzioni che li esercitano e più in generale tra mondo politico e mondo della giustizia, reso ancora più complesso dalla divisione del Paese in due poli fermamente contrapposti e con continue incursioni di magistrati nel campo dei politici, da tangentopoli in poi, e di politici nel settore della Giustizia dichiarata politicizzata e inaffidabile. Chi sta all’esterno di questi mondi privilegiati e cammina con i piedi per terra non vede bene la situazione che rischia, come afferma Bellocchi, di divenire irreversibile con gravi conseguenze per la collettività, che provocano nel giudice uno stato di grave disagio e coinvolge anche la credibilità dei difensori. Così si esprime Bellocchi: ‘Lo strisciante dubbio che nelle controversie giudiziarie si possa aver torto, non perché si ha giustamente torto, ma per chissà quale subdolo e parziale pensare de giudice, o per chissà quale ignoranza, se non addirittura connivenza, del difensore, è situazione che va assolutamente combattuta’. Se ciò attiene alla giustizia in generale, nel caso perugino c’è un particolare che aggrava la situazione di disagio determinata dall’aver affidato alla competenza del tribunale i processi riguardanti i magistrati del distretto di Roma, come è stato per il processo Pecorelli. Questo fatto ha avuto un esito ‘devastante’ per gli uffici giudiziari perugini ed ha sottratto energie allo svolgimento del lavoro ordinario, tanto che nella sede di Perugia troppo spesso si fa una battaglia contro il tempo per evitare la prescrizione del reato che è la forma più eclatante di sconfitta della Giustizia. La lunga serie di lamentele che si ripetono da anni può far pensare a qualcuno che la magistratura, come ha affermato il senatore Ronconi, è ripiegata su se stessa a difesa della categoria e non disposta a guardare con realismo le cose anche all’interno dei suoi ranghi. Ma a parte le polemiche al cittadino interessa sapere che comunque dei processi si sono celebrati, dei delinquenti sono stati assicurati alla giustizia, non tutti, in verità ed anzi il buco più vistoso della falla è proprio questo, che molti, troppi delitti, piccoli e grandi , rimangono impuniti; basti vedere il dato dei furti i cui autori rimangono ignoti, la bellezza di 22.226, in un crescente aumento rispetto agli anni passati. Bellocchi conclude la relazione con una difesa della permanenza del tribunale per i Minorenni, contro le ventilate ipotesi di eliminarlo, per ragioni di spesa e con l’orgogliosa rivendicazione di essere conterraneo di san Francesco ed anche per questo contrario a considerare l’attività giudiziaria secondo un’ottica aziendalistica e commerciale. (E.B.) Bolletta, Giuristi cattolici: giustizia problema ‘più che serio’Antonio Bolletta, avvocato di Cassazione, da oltre quarant’anni svolge il suo lavoro nelle aule di giustizia. Impegnato nell’associazione dei Giuristi cattolici ne è da anni Consigliere nazionale e delegato regionale per l’Umbria. ‘Condivisibile’ la relazione di Bellochi che denuncia carenze di personale e di mezzi adeguati negli uffici giudiziari del Distretto della Corte d’Appello di Perugia. Problema più che serio, se vi si aggiunge ‘una legislazione processuale in continua variazione che non contribuisce certo ad evitare le lungaggini dei processi. E cita una causa di lavoro che avrebbe dovuto durare due o tre mesi ma che tra appelli e rinvii dopo dodici anni si è chiusa con l’accordo tra le parti. Ma questa non è la giustizia che si attende il cittadino! Sulla proposta della abolizione del Tribunale dei minori si dice contrario, anche se ritiene che l’eventuale istituzione tribunale speciale per la famiglia, con personale adeguatamente preparato, che si occupi anche dei minori, potrebbe risolvere molti problemi in tema di conflitti familiari.
La relazione del Sostituto reggente della Procura generale, Alberto Bellocchi, sulla situazione della giustizia in Umbria
Molti, troppi, delitti rimangono impuniti
AUTORE:
(M.R.V.)