La Rete si dà delle regole

Sul visitatissimo portale 'YouTube' non potrà più essere inserito qualsiasi video, senza crontrolli

Gli ‘internauti’ (navigatori su internet) conoscono YouTube come il più grande archivio mondiale di video e filmati on line. Oltre 10 milioni di persone ogni giorno vi si collegano per visualizzare o mettere in rete immagini di ogni tipo. La sua capacità di penetrazione fra i giovani è talmente elevata che perfino il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha deciso di dedicare uno spazio settimanale all’interazione in diretta con gli utenti, seguendo l’esempio di altre personalità – non ultimo l’arcivescovo di Milano, card. Dionigi Tettamanzi – che nel recente passato hanno affidato le loro parole anche a questo mezzo. Il portale è uno dei più frequentati in assoluto, a livello globale. Vi si trova di tutto: dalle immagini divertenti a quelle curiose, dalle bravate di bulli in cerca di gloria a quelle ‘piccanti’, che piacciono ai guardoni. Da qualche tempo YouTube è stato acquisito dal colosso Google, che ha deciso di offrire agli utenti contenuti che non vadano contro il comune senso del pudore. E così i responsabili hanno deciso di mettere al bando le immagini con contenuti erotici, violenti o blasfemi, i video che alludono più o meno esplicitamente all’atto sessuale, i video che si soffermano sui particolari anatomici più intimi, i nudi parziali o totali. Il nuovo corso, che tende ad accrescere il controllo sul materiale messo in rete, conta anche sull’aiuto e sulla responsabilità degli utenti: i contenuti sconvenienti vengono segnati dal divieto ai minorenni e tutti sono invitati a segnalare i filmati meritevoli del ‘bollino rosso’. Chiunque voglia caricare su YouTube il proprio video deve fornire una serie di informazioni previe sulle immagini e garantire che si tratta di contenuti visibili da tutti, senza controindicazioni. Se tali informazioni non sono corrette o mascherano in qualche modo la verità dei contenuti, le immagini sono immediatamente rimosse e l’utente che le ha inviate può essere escluso dall’accesso al portale. A fronte di questa decisione illustri esperti di nuove tecnologie hanno lanciato i loro anatemi, affermando che ‘questa è pura censura’, che in questo modo ‘si tarpano le ali alla democrazia in rete’, che ‘la portata rivoluzionaria di YouTube viene soffocata in maniera irreversibile’, e via di questo passo. In realtà non si tratta né di un’onda anomala di puritanesimo, né di un provvedimento censorio motivato da falsi moralismi. Semplicemente, qualcuno si è finalmente reso conto che avere a disposizione uno spazio sul web in cui chiunque può mettere disposizione di tutti un filmato autoprodotto può portare i più spregiudicati (come è successo ampiamente) ad approfittare della situazione per diffondere contenuti che possono intaccare la libertà di fruizione degli altri. Un po’ come quando si lascia il microfono aperto agli interventi del pubblico; se uno lo usa per dire parolacce e insultare, è bene levargli la parola. La decisione di porre qualche limite all’utilizzo di questo strumento è sacrosanta e non risponde ad altri imperativi se non a quelli del buon senso, che impone un uso corretto di un mezzo condiviso. Anche in Rete, come in qualsiasi altro ambito dell’agire sociale, la libertà di una persona finisce dove comincia quella degli altri e i diritti del singolo hanno un senso soltanto se rispettano quelli altrui. A chi ha visto nella decisione di stringere un po’ il controllo un attacco alla democrazia mediatica, è facile rispondere che la decisione dei vertici di YouTube va esattamente nella direzione opposta: fissando il rispetto di alcune regole di base, si può garantire agli utenti il diritto di utilizzare il portale senza doversi imbattere in immagini sconvenienti che non sono state cercate.

AUTORE: Marco Deriu