La scienza va a Betlemme con i Magi

L'osservazione accorta ed onesta della natura fa sorgere domande sempre più profonde, che spingono a mettersi in viaggio per scoprire l'Autore, intravisto tra le pieghe delle realtà naturali

‘Nato Gesù in Betlemme di Giudea al tempo del re Erode ‘… Inizia così il Vangelo dell’Epifania. Da sempre, da quando ero bambino e le letture in latino della messa erano rese accessibili da una lettura simultanea in italiano, queste parole hanno prodotto in me una strana emozione nella quale si mescolavano sia il senso di profondo mistero evocato dalle figure dei Magi sia il sottile struggimento dell’addio ad un ciclo di feste tanto attese, ormai giunto al termine. Anche quest’anno alla proclamazione del Vangelo ho rivissuto il medesimo stato d’animo, che però, a differenza delle altre volte, è durato veramente poco. Quasi subito, a causa forse dell’età che tende a smorzare la voce delle emozioni, mi sono lasciato andare ad una serie di considerazioni sui Magi, Erode, la scienza e la fede, che vorrei proporre anche ai lettori de La Voce. Prima di tutto, dunque, i Magi. La Scrittura non fornisce indicazioni né sul numero, né sull’identità sociale, né sulla regione di provenienza. Dice genericamente che venivano dall’Oriente e che erano conoscitori degli oggetti celesti, delle stelle e dei pianeti. In particolare, dalla comparsa di una nuova stella avevano desunto la nascita di un Re di straordinaria importanza. Oggi li definiamo, con sufficienza, ‘astrologi’; in realtà erano grandi esperti dei fenomeni celesti. Avevano il solo torto di attribuir loro significati non propriamente scientifici. Ma tant’è, la scienza non era ancora stata inventata! Non erano perciò ‘astronomi’ nel senso moderno del termine; erano i loro predecessori. Questa differenza, comunque, non è importante ai fini delle nostre considerazioni. Ci basta infatti rilevare la loro competenza nell’osservare la natura e la loro disponibilità a seguirne i suggerimenti. Persone competenti, oneste, disponibili, si fecero guidare dalla stella fino a Gerusalemme. Lì però ebbero un momento di panico: la stella non era più visibile. Si dovettero perciò rivolgere alle autorità locali, Erode e i sacerdoti del Tempio, per avere notizie. Seppero che le antiche profezie indicavano Betlemme come luogo di nascita del Re Messia e che anche i tempi dovevano pressappoco coincidere con la comparsa della stella. Non restava che rimettersi in cammino per fare l’ultimo tratto di strada. Questa volta però con una meta ben precisa e con il conforto della stella che era riapparsa sopra le loro teste.I Magi, la stella a intermittenza, le Scritture, Erode… A ben pensarci, in questo semplice racconto è sintetizzata la vicenda scientifica e cristiana di molti uomini di scienza. L’osservazione accorta ed onesta della natura fa dapprima sorgere in loro domande sempre più profonde, che li spingono a mettersi in viaggio per scoprire l’Autore, intravisto tra le pieghe delle realtà naturali. Questa prima rivelazione, frutto dell’impegno dell’uomo, è surclassata, successivamente, dalla Rivelazione che viene da Dio. A quel punto, le flebili stelle del nostro cielo naturale, che pur ci avevano tanto aiutato nel cammino di ricerca, svaniscono alla Sua luce. Sembra, per un momento, che, rese ormai inutili, si spengano per sempre. Ma non funzionano così le cose nel regno di Dio. Nel regno di Dio non ci sono scarti, non ci sono cose che vengono buttate né spente. Tutto viene rifatto nuovo. Anche l’indagine scientifica. Anche la stella dei Magi che, riaccesa tutta nuova e più splendente di prima, è ora in grado addirittura di guidarli alla casa della Sacra Famiglia. O forse non è propriamente la stella ad essere diventata più potente e precisa, ma è il cuore dei Magi ad essere divenuto un’altra cosa dopo l’incontro con la Parola. Riescono così a decifrare meglio la natura e i suoi fenomeni, perché hanno imparato a farlo con gli occhi stessi dell’Autore. Per loro la natura è diventata più trasparente. Ed Erode? A lui non è giovato né l’incontro con la scienza (le notizie dei Magi) né l’incontro con la Parola (le notizie degli sacerdoti). Pensa esclusivamente alla sua poltrona e utilizza la scienza dei Magi e il sapere dei sacedoti esclusivamente per il proprio vantaggio. E non venitemi a dire che della razza di Erode si è perso il seme! Quanti sono ancora oggi coloro che, utilizzando la scienza in modo indebito, propagandano convinzioni, ideologie e scelte che nulla hanno a che spartire con la scienza! Pensate ai profeti del sedicente ateismo scientifico, che pretendono di far passare per conclusioni scientifiche le loro scelte ideologiche e di fede. Come Erode, però, resteranno a bocca asciutta. I Magi infatti ‘per un’altra strada fecero ritorno al loro paese’. Così, con questa frase, si conclude il Vangelo dell’Epifania e finiscono anche queste considerazioni sulla fede, la scienza, i Magi ed Erode.

AUTORE: Carlo Cirotto