La sintesi della commemorazione della visita del Papa a Terni

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Abbiamo riportato nel numero scorso il telegramma con cui il Papa Giovanni Paolo II ha ricordato la sua visita a Terni venti anni fa. Vogliamo dare, questa volta, spazio alle riflessioni fatte dai vari relatori che hanno animato l’incontro rievocativo. Tutti hanno escluso di voler fare della commemorazione un rituale amarcord di circostanza. E questa è stata giĂ  una bella cosa. Tutti hanno voluto trarre da quella circostanza un vademecum per l’oggi in vista di un domani piĂą o meno vicino. Ed anche questo è stato un aspetto di non piccola importanza. Ebbene, il vescovo mons. Vincenzo Paglia dopo aver ascoltato tutti i relatori ha sintetizzato nei seguenti termini il suo modo di ricordare la visita: il mondo del lavoro ha avuto una trasformazione strutturale ed irreversibile; la globalizzazione è l’evento nuovo con il quale fare i conti; in questo nuovo contesto avrĂ  posto soltanto quel lavoro che si apre alla nuova dimensione e per questo ci vuole una nuova cultura, una intelligenza nuova dei fatti produttivi. I rimpianti sono inutili, il vezzo di piangersi addosso non porta lontano. Terni deve chiedere piĂą universitĂ  e deve darsi piĂą universitĂ , deve avere piĂą biblioteche, deve leggere di piĂą. Solo così potrĂ  dare alla sua storia produttiva una continuitĂ  e un futuro. Solo se si darĂ  una scuola ancora piĂą capace di fare cultura Terni può tornare a sperare. Un messaggio forte è stato quello del Vescovo. Chi è pronto a raccoglierlo? Se si vanno a ricordare i veri “balletti” eseguiti per dotare Terni di una realtĂ  universitaria dignitosa non c’è da essere ottimisti. Sembra che alla prova dei fatti i piĂą inconsistenti costruttori di una UniversitĂ  a Terni siano i ternani stessi i quali sono capaci solo di mettersi reciprocamente i bastoni tra le ruote perchĂ© nessuno possa apparire come salvatore della patria. Intanto l’UniversitĂ  cresce a Rieti, a Viterbo, Roma fa proposte concrete e Terni fa finta di volere l’universitĂ  presentandosi al tavolo delle trattative con le “molliche”! Non è cosa da poco sentire gli stessi ternani accusare la societĂ  ternana come cittĂ  invidiosa, dalla quale bisogna allontanarsi se si vuole costruire qualcosa che non si impantani nella solita mediocritĂ  anonima. L’ex sindaco Giacomo Porrazzini, ha voluto ricordare la visita del Papa come un avvenimento accaduto in un momento in cui il mondo operaio aveva capito la trasformazione ormai in atto e l’ irreversibilitĂ  del cambiamento sia nella siderurgia sia in tutti i campi del lavoro ma nello stesso tempo cercava un poeta che desse voce ai suoi valori etici e questo poeta lo trovò proprio in Giovanni Paolo II che seppe fare proprio bene il lavoro che gli operai in qualche modo gli avevano richiesto. E da poeta quale sa essere il Papa ha cantato il Vengelo del lavoro: il lavoro è per l’uomo e non l’uomo per il lavoro! Il Vescovo mons. Quadri, che fu l’artefice della visita del Papa a Terni venti anni fa, ha voluto ricordare l’intreccio tra lavoro, famiglia e sofferenza sempre da alleviare, che viene evidenziato nella riflessione del Papa e che è un intreccio da cui ripartire costantemente in ogni elaborazione. Il sen. De Guidi ha voluto sottolineare il valore umano e cristiano dell’attivitĂ  del sindacalista esaltato dal Papa come vera vocazione a lavorare per il bene degli uomini. E, infine, don Fernando Benigni ha voluto richiamare una stagione di sinergie che si sono realizzate in occasione della visita del Papa con una evidente nostalgia perchĂ© non vede all’orizzonte una capacitĂ  altrettanto efficace a lavorare insieme tra tutte le componenti sociali.