La società vista dalle Chiese

ECUMENISMO. La 49a settimana di formazione del Sae (22-28 luglio) era incentrata sui temi dell’etica sociale
San Martino, Jacob van the Elder (1603 - 1671)

“Praticate il diritto e la giustizia. Un dialogo sull’etica sociale”. Questo il tema scelto dal Sae (Segretariato attività ecumeniche – www.saenotizie.it) per la 49a sessione di formazione ecumenica che si è appena tenuta all’istituto Filippin, a Paderno del Grappa (Tv). Già l’anno scorso il Sae si era avvicinato alla questione dell’etica affrontando il tema “Camminare in novità di vita. In dialogo sull’etica”. A Meo Gnocchi, presidente nazionale uscente del Sae, abbiamo chiesto di presentare gli aspetti salienti della sessione. Nel corso della sessione, è stata presentata la nuova presidente, Marianita Montresor.

Prof. Gnocchi, per il secondo anno alla sessione estiva del Sae si parla di etica. Come mai questa scelta?

“La sessione dell’anno scorso aveva impostato il discorso dell’etica nelle sue linee generali, andando ad analizzare i fondamenti dell’etica e a vedere come le Chiese esprimano una loro visione a proposito dell’etica in senso generale. Si è sentita l’esigenza, per il 2012, di passare a un piano più concreto, più applicativo. In un primo tempo avevamo pensato di trattare tutte le questioni dell’etica, sia di quella sociale sia di quella che possiamo definire ‘personale’: poi ci siamo accorti che l’argomento è troppo vasto e ci siamo orientati ad approfondire solo l’etica sociale”.

Sull’etica sociale le posizioni delle Chiese cristiane sono vicine?

“In campo sociale possono esprimersi anche posizioni diverse, ma è il terreno relativo all’etica sul quale le Chiese cristiane trovano maggiore consenso. Sull’etica ‘personale’ ci sono posizioni difficilmente conciliabili, e anche sull’etica sociale esistono differenze, perché in tutti i settori si riflettono le diverse visuali, tuttavia c’è anche un sensibile consenso. Questo può facilitare il dialogo. Comunque, ci possono essere differenti orientamenti quando si parla di cittadinanza o di interculturalità; non nel senso di nette contrapposizioni, ma di modulazioni diverse che non impediscono di trovare un accordo di fondo. In ogni caso, l’etica sociale è di tale attualità e di tale urgenza che era giusto dedicarle una sessione. Alcuni aspetti si sono comunque dovuti tralasciare perché in una settimana non si può trattare tutto”.

Quali i temi principali?

“Ci siamo proposti innanzitutto di tener conto di un orizzonte interculturale, sia come aspetto di fondo della sessione sia come argomento specifico di confronto tra un cristiano, un ebreo e una musulmana: Brunetto Salvarani, direttore di Cem-Mondialità, Bruno Segre, direttore di Keshet, e Ouejdane Mejri, presidente dell’associazione ‘Pontes. Tunisini in Italia’. Le giornate poi erano scandite secondo alcuni argomenti che ci sono sembrati cruciali per l’articolazione del tema. La questione della legalità è stata affidata a Gherardo Colombo. Poi si è dato uno sguardo alla Storia, per recuperare nelle tradizioni ecclesiali e dottrinali delle singole Chiese l’attenzione rivolta all’etica sociale e il modo in cui tale questione è stata trattata. Su questo aspetto si sono confrontati Giovanni Cereti, teologo cattolico, Holger Milkau, decano della Chiesa evangelica luterana in Italia, ed Evangelos Yfantidis, archimandrita ortodosso greco. Un altro giorno si è puntata l’attenzione su temi più concreti: economia, solidarietà e lavoro con Stefano Zamagni, docente presso l’Università di Bologna, e Luca Maria Negro, pastore battista, direttore di Riforma. Un’altra giornata era dedicata al problema della cittadinanza, mentre nell’ultimo giorno si è fatto un accenno alla questione ecologica, trattata dal pastore valdese Paolo Ricca, con un focus su ‘Costruire la città, coltivare il giardino’, nella prospettiva del rapporto tra la Città dell’uomo e il Giardino della creazione, con un forte richiamo biblico”.

Anche quest’anno la sessione era arricchita da gruppi di studio?

“Certamente. Nei gruppi di studio si sono toccati temi come quelli delle donne, dei giovani, della spiritualità e responsabilità politica, del bene comune, degli stili di vita. Tra i gruppi di studio vi era anche un laboratorio teatrale, orientato al tema della giustizia e del diritto. C’è una richiesta di nuovi linguaggi e di maggior partecipazione e, seppure timidamente, ci apriamo alla novità. Come pure, per la meditazione biblica, una mattina ci si è divisi per gruppi per permettere a tutti di esprimersi sulle Beatitudini nel Vangelo di Luca”.

L’anno prossimo tratterete il tema dell’etica “personale”?

“Ancora non lo abbiamo deciso. Ma c’è anche l’ipotesi di tornare ai temi ecclesiologici o di fare una sessione speciale, essendo quella del 2013 la numero 50”.

Quest’anno si è cambiata sede della sessione, da Chianciano a Paderno del Grappa: come mai?

“A Chianciano, dove siamo stati per dodici anni, eravamo distribuiti in alberghi diversi, quindi c’era una forte dispersione. nell’istituto Filippin eravamo tutti insieme e nel parco, nei momenti liberi, ci si poteva incontrare e coltivare di più le relazioni personali, che è uno degli aspetti fondamentali delle sessioni del Sae”.

AUTORE: Gigliola Alfaro