La solidarietà come cura

A Santa Lucia grande partecipazione alla celebrazione della Giornata del malato sul tema della solidarietà accanto a chi soffre

La vicinanza con il sofferente coincide spesso con il ridimensionamento delle insoddisfazioni della quotidianità, perché è nel mettersi al servizio dell’altro che si cresce e ci si arricchisce. La solidarietà è il tema della XII Giornata mondiale del malato, celebrata in tutta la Chiesa l’11 febbraio, festa della Madonna di Lourdes, che quest’anno coincide con il 150’anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione. Perugia ha celebrato questa ricorrenza domenica 8 febbraio, con una solenne messa presieduta dall’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti, presso la chiesa di Santa Lucia. Un appuntamento che ha visto la partecipazione non solo di malati, accompagnatori, operatori sanitari e volontari, ma anche di gente comune. Un toccante momento di incontro per l’intera comunità, in un’atmosfera di forte condivisione emotiva. Ma anche un modo per sensibilizzare alla “cultura del donarsi al servizio degli altri” e per ringraziare associazioni e singoli che già si dedicano ai bisognosi. Una “festa del malato”, come la definisce mons. Chiaretti. L’Arcivescovo ha invitato a “guardare con rispetto i malati, perché sono chiamati a stare con Dio sulla Croce per la remissione dei peccati di tutti e contribuiscono con la loro sofferenza al nostro bene personale. Solidarietà significa condividere la sofferenza altrui, e va sviluppata in maniera semplice, accorgendoci in primo luogo dei malati o dei disabili della ‘porta accanto’, nella nostra casa e condividendo parte della loro giornata”. Sensibilizzare ogni singolo credente alla presenza accanto al malato è ciò che si prefigge l’Ufficio diocesano di pastorale per la sanità. Spesso si guarda all’opera della Pastorale sanitaria come a qualcosa per addetti ai lavori, per medici e operatori sanitari, per volontari; non si comprende invece che questa è opera di tutti. Lo sforzo al quale si sta dedicando la dott.ssa Angeletti, responsabile dell’Ufficio diocesano, è proprio quello di incontrare nelle parrocchie tutti coloro che in qualche modo hanno a che fare con i malati – dai volontari ai ministri della comunione – per far loro comprendere l’importanza di saper stare accanto al malato e accompagnarlo a vivere nella speranza la malattia. Foriere di riflessione le parole di alcuni infermi, raccolte al termine della celebrazione. “Questa giornata ci aiuta a essere più vicini al Signore- dice Alessandro, un signore in carrozzella dall’83- ed è anche un’occasione di incontro con persone nella nostra stessa situazione. Stare insieme ci conforta”. Questa giornata aiuta a scoprire anche il desiderio dei bisognosi di valorizzarsi, di essere soggetto attivo. Portatori di un patrimonio, di valori e di singole storie, perché il malato non è solo la sua malattia. Luciano Valentini di Laviano, vice delegato dello Smom, di Perugia, ricorda come l’assistenza ai malati sia uno dei pilastri dell’Ordine di Malta, che li definisce con assoluto rispetto come “I nostri signori ammalati”. “Hanno bisogno di persone che gli stiano vicino – spiega Alberto Primavera, presidente sotto sezione dell’Unitalsi di Perugia- anche solo con un sorriso o una parola gentile. Vogliono essere guardati con amore”.

AUTORE: (T.B. F.A)