La storia di Marco, salvato dalla San Vincenzo

San Vincenzo. La storia di Marco, che viveva in strada da 8 anni
Volontari distribuiscono cibo tra i senza tetto (foto di archivio)

Ogni sera alla stazione di Terni c’è chi aspetta un pasto, una parola di conforto, un aiuto dai volontari della San Vincenzo de’ Paoli. Sono una quindicina di persone senza fissa dimora che trovano riparo nella stazione ferroviaria. Sono giovani ed adulti dai 20 ai 50 anni, uomini e donne con storie difficili alle spalle, legate alla tossicodipendenza, al carcere o latitanza, alla malattia mentale, e che trascorrono le loro giornate nel vagabondaggio. Tra loro un giovane ternano, Marco (nome di fantasia), 42 anni, la cui triste storia ci viene raccontata da un volontario della San Vincenzo, Giuseppe Alunni. “Nei giri serali alla stazione ci ha colpito lo stato di salute e di abbandono in cui versava questo giovane, in strada da circa 8 anni con problemi di tossicodipendenza ed alcolista. Lo abbiamo conosciuto cinque mesi fa, e dopo qualche tempo ci ha chiesto di essere portato in comunità. Le condizioni di vita precarie – aggiunge – gli hanno causato una grave infezione che lo ha portato quasi alla morte. I volontari della San Vincenzo hanno cercato di portargli ogni tipo di aiuto, non solo cibo o vestiario, ma anche di sostegno per la salute. D’urgenza è stato ricoverato in ospedale, dove è rimasto per sottoporsi a cure specifiche e intensive per circa un mese, periodo durante il quale insieme alla famiglia, rintracciata dai volontari e che lo ha seguito da lontano come ha potuto, è stato concordato e avviato un percorso di recupero in una comunità. Il giorno della dimissione dall’ospedale, Marco rifiuta quella sistemazione che anche lui in precedenza aveva richiesto. Poi, grazie all’aiuto delle missionarie Identes dell’ospedale di Terni, al dialogo con i volontari e alle sollecitazioni di quanti avevano preso a cuore il suo caso, ha accettato di vivere nella casa famiglia della parrocchia di Borgo Rivo. Ora la situazione sembra più serena, la salute è in via di miglioramento, è stato avviato un percorso di disintossicazione da droga e alcol. Marco aiuta nei lavori nella casa famiglia, e sembra aver trovato una certa tranquillità”.

È una delle storie che quotidianamente si trovano ad affrontare i volontari della San Vincenzo, che tutte le sere, a rotazione, si recano in stazione. Alle persone che lì dimorano viene consegnata una cena fredda, ma ancora di più viene prestata attenzione ed ascolto. Persone che facilmente si aprono con i volontari, raccontando le loro difficili vite tra realtà e fantasia, chiedendo al contempo aiuto per quel che riguarda disagi esistenziali e materiali. Da questo ascolto nasce un rapporto che si fa nel tempo più solido e che, nel caso di Marco, ha permesso di salvare una vita. Non è solo la stazione il luogo dove operano i volontari della San Vincenzo, che visitano periodicamente anche famiglie, anziani, persone sole nelle loro case, che hanno bisogno, a causa della malattia, di assistenza e di vicinanza. Il senso di frustrazione derivante dal fallimento della propria vita porta inevitabilmente queste persone a rinchiudersi in se stesse, a rompere i rapporti anche per senso di inadeguatezza, per questo è essenziale l’opera di sostegno e di incoraggiamento amichevole che danno i volontari della San Vincenzo. Anche in estate, stagione particolarmente difficile per chi vive ai margini o nella malattia, i volontari della San Vincenzo sono in prima linea, continuando ad essere vicini alle persone più in difficoltà proprio per non interrompere un rapporto che è fatto di carità, attenzione e prossimità ai tanti problemi che quotidianamente vivono le persone malate e sole. Un’opera caritativa che non è solo fatta di gesti materiali, ma soprattutto di condivisione e accoglienza, di prossimità. In estate allora continuano i giri serali alla stazione, l’attività delle conferenze parrocchiali, la visita alle famiglie e la distribuzione dei generi alimentari.

AUTORE: E. L.