La storia di un genio della scienza spaziale

NORCIA. La straordinaria avventura umana e professionale dell’ingegnere Antonio Ferri
Antonio Ferri stringe la mano al presidente Kennedy (di spalle)

La città onora il figlio illustre. Commemorazione il 29 settembre

Norcia onorerà il suo “stratosferico” figlio con la commemorazione ufficiale “Il genio italiano di Antonio Ferri” sabato 29 settembre, in occasione dell’anno centenario della nascita. Questo il programma: ore 10.30 ingresso dei partecipanti al palazzo comunale; ore 11 saluto del sindaco Paolo Stefanelli. Ore 11.10 presentazione della Biografia scritta dal generale Arnaldo Ceccato (che ce l’ha cortesemente e vivacemente riassunta in questa pagina). Ore 11.30 conferenza “La scienza di Antonio Ferri” a cura dell’ingegnere e generale Basilio Di Martino. Ore 12 relazione del cosmonauta Walter Villadei sulla attuale situazione dei programmi spaziali. Ore 12.15 saluti, quindi trasferimento nell’androne della Castellina per l’inaugurazione della lapide commemorativa in onore di Ferri e della mostra d’arte sul tema dei voli supersonici, con opere di Marcella Mencherini. Si concluderà alle 13.15 con la “colazione d’onore” per le autorità intervenute.

Antonio Ferri nasce a Norcia il 5 aprile 1912 da Giovanbattista Ferri, pretore della città, e da Iginia Sparvieri. Seguendo i trasferimenti connessi alla carriera del padre, si trova ancora infante a Fabriano, poi ad Ancona, e nel 1925 a Trieste dove, conseguendo la maturità classica con il massimo dei voti, è giudicato e premiato fra i migliori diciotto studenti d’Italia. A 23 anni (1935) si laurea presso l’Università di Roma in Ingegneria industriale cui seguirà, l’anno successivo l’abilitazione alla professione, la laurea in Ingegneria aeronautica e l’abilitazione all’insegnamento.

Appena laureato (1935) entra per concorso nell’Aeronautica militare con il grado di tenente del Genio aeronautico, ruolo ingegneri. È assegnato al Centro studi ed esperienze di Guidonia, inaugurato nello stesso anno con impianti e attrezzature di avanguardia per le ricerche nel campo dell’aerodinamica, radioelettricità, motoristica e delle strutture degli aerei. Qui l’attenzione di Ferri si dirige in un campo, fantascientifico per il suo tempo, delle velocità ultrasonore (di qualche migliaio di km/h). Studia e realizza la prima galleria del vento supersonica ed in questo campo, da lui per primo esplorato con esperimenti spettacolari, conduce moltissimi studi e pubblica articoli, in materia di altissime velocità, che sono quanto di meglio in circolazione sulle riviste scientifiche dell’epoca. È presto riconosciuto dal mondo accademico internazionale leader assoluto in questa branca della scienza. A 26 anni, alla presenza di re Vittorio Emanuele III, riceve il “Premio dell’Accademia d’Italia” per la scienza.

L’8 settembre 1943 sconvolge anche gli studi e la vita di Antonio Ferri. È invitato personalmente dal feldmaresciallo Kesselring a trasferirsi con la famiglia in Germania per continuare le sue ricerche in quei laboratori da lui stesso già visitati. Ma Ferri si dà alla macchia sulle pendici nord dei Sibillini. Attorno la sua figura si costituisce spontaneamente la “Banda Ferri” che opera nel Maceratese, ostacolando il movimento delle forze tedesche lungo la statale SS 77 della Valle del Chienti. In una azione contro una consistente colonna nemica, con grandissimo rischio personale, coglie un pieno successo guadagnandosi una Medaglia d’argento al valor militare per la Resistenza. Il 1° luglio del ’44 la “Brigata Spartaco”, da lui guidata, occupa Camerino. Subito dopo arrivano gli inglesi. Roma è in mano alleata. La guerra personale di Ferri è conclusa. La Brigata Spartaco viene da lui stesso sciolta.

Ferri tuttavia non sa che servizi segreti di Stati Uniti, Unione Sovietica e Gran Bretagna sono sulle sue tracce per condurlo ai rispettivi Paesi. La sorte lo fa incontrare con una singolare, romanzesca spia americana, “cacciatore di cervelli”, che gli consegna una lettera di invito firmata dallo stesso presidente Roosevelt. Ferri accetta di trasferirsi in America (settembre 1944) per tre mesi con un contratto di lavoro ben remunerato. Viene portato ad Harvard, in Virginia, al centro di ricerche Naca, il più importante d’America ma per Ferri non certo all’avanguardia. Ferri ottiene tutti i finanziamenti necessari; progetta e fa costruire gallerie del vento supersoniche e ipersoniche, avviando anche ricerche in una nuova branca della scienza, la termo-fluidodinamica che condurrà al volo spaziale. È lui che studierà per primo i motori ramjet e scramjet per velivoli prossimi ai 10.000 km/h, le proprietà del “plasma” che si forma alle velocità ipersoniche, ed è lui che risolverà i problemi termici di rientro delle capsule spaziali. Ferri progetta anche l’orient-express dei cieli che avrebbe portato passeggeri da Roma a Tokyo in poco più di due ore, così da New York a Tokyo. Ma vicende internazionali (Vietnam) geo-strategiche (“scudo spaziale”) e politiche (alternanze alla Casa Bianca) nonché sociali (proteste ambientaliste per inquinamento sonoro e aereo, peraltro quasi azzerato dai suoi successivi studi) fanno oscillare la decisione sulle realizzazioni dei suoi progetti. A tutt’oggi, anche se non tutti sono stati realizzati, essi restano validi e avveniristici. L’ultimo suo lavoro, degli anni ’60-70, ha cessato la sua funzione lo scorso anno: lo Shuttle.

Negli Usa, Ferri è richiesto ovunque, dalle Università e da una quindicina di grandi ditte costruttrici di velivoli militari e passeggeri. È pure consulente aerospaziale dei presidenti Kennedy, Johnson e Nixon. Fa scuola serale di aggiornamento agli ingegneri progettisti dei caccia americani da superiorità aerea. La intramontabile validità delle sue oltre 200 pubblicazioni e il suo carisma scientifico è stato riconosciuto in tutti i congressi scientifici del mondo. Negli Usa ha ricevuto dieci alte onorificenze e la cattedra onoraria all’Università di New York.

Il 28 dicembre 1975 Antonio Ferri si è spento per infarto cardiaco nella sua casa di Long Island a soli 63 anni. L’amico e collega tedesco A. Busemann ha scritto di lui: “Antonio Ferri aveva il genio di far fiorire da ciò che osservava una nuova scienza e di farla crescere”.

I progetti di Ferri, comunque, sono ancora in fermentazione. Nei centri di ricerche aerospaziali del mondo si stanno elaborando, con nuove tecnologie, i progetti che porteranno l’aviazione commerciale a dotarsi di nuovi velivoli in grado di percorrere medie e lunghe distanze a velocità ipersoniche: Bruxelles – Sydney in 4 ore, Roma-Tokyo in poco più di due ore. Entro il 2050, una novantina d’anni dopo, il sogno di Ferri si farà così realtà!

AUTORE: Gen. Arnaldo Ceccato