“La struttura dell’unione coniugale è iscritta nella natura”

Il messaggio di mons. Bottaccioli letto in tutte le chiese della diocesi di Gubbio

Il vescovo mons. Pietro Bottaccioli è tornato sulla proposta di istituire a Gubbio un registro delle convivenze avanzata da un consigliere comunale di Rifondazione comunista. Lo ha fatto attraverso un messaggio letto in tutte le chiese parrocchiali della diocesi di Gubbio sia nelle messe vespertine del sabato che in quelle domenicali. Di seguito riportiamo il testo integrale per offrirlo alla meditazione dei lettori. “Con la richiesta fatta da un Consigliere comunale del partito della Rifondazione comunista di formalizzare le coppie di fatto, perfino quelle omosessuali, e di istituire registri relativi alle convivenze, è in atto un grave attentato ideologico alla famiglia fondata sul matrimonio, così come è concepita dalla dottrina cattolica e come pure la ritiene laicamente l’articolo 29 della nostra Costituzione. Ed è anche un grave stravolgimento del sentire della comunità eugubina – credenti e non credenti – come è attestato da una recente indagine del Censis su “I valori delle famiglie: realtà ed evoluzione nella diocesi di Gubbio 1994”.Nel rapporto finale si legge al riguardo: “La famiglia tradizionale sembra godere di buona salute anche se costituita prevalentemente da nuclei monocellulari.Per quanto riguarda il fenomeno delle libere convivenze tra giovani che tendono a sposarsi molto tardi non si tratta di una scelta di vita ma di una situazione destinata nella maggior parte dei casi a giungere prima o dopo ad una sanzione civile o religiosa. Riguardo alle famiglie ricostituite in seguito ai divorzi e alle separazioni si tratta di fenomeni contenuti, non sono un segno di crisi della istituzione familiare”.Ma al di là del risultato della inchiesta, che ha peraltro tutti i crismi di un lavoro scientifico, mi pare che sia sufficiente il giudizio che ciascuno si fa con la sua diretta testimonianza. A me capita, nella Visita pastorale che sto facendo (come del resto nelle altre mie due precedenti Visite pastorali) di costatare, nel visitare gli ammalati e gli anziani a domicilio, il rispetto e l’amore di cui essi sono circondati dalle rispettive famiglie e spesso mi commuove il fatto che tale amore arriva fino all’abnegazione di sé: persone che si fanno prigioniere in casa per assistere i propri cari e non per giorni ma per mesi e, alle volte, addirittura per anni. Il senso della famiglia è veramente grande tra gli eugubini. Di conseguenza emerge il valore della famiglia fondata sul matrimonio, che dà consistenza ai rapporti affettivi reciproci e, pur nella cultura individualistica dominante, assicura ancora la persistenza di valori di umanità e solidarietà nel nostro territorio. E’ sensato prendersi la responsabilità di attentare a questo patrimonio di civiltà in nome di presunti diritti individuali?Con una intervista al Settimanale cattolico La Voce, la settimana scorsa, ho preso subito posizione in fedeltà al mio ruolo magisteriale nella Chiesa eugubina, come Pastore di questa comunità. Ma ho creduto di tornare pubblicamente sull’argomento per la poca attenzione che ha avuto il fatto negli organi della comunicazione sociale, con il pericolo che tutto passi in sordina, al di sopra delle coscienze. La indifferenza pubblica che ne è seguita può indurre a ritenere che uno può sostenere per sé la famiglia fondata sul matrimonio senza essere obbligato a opporsi alla libertà di chi sostenga una diversa concezione di famiglia. E’ qui che particolarmente mi preme richiamare i figli di questa Chiesa eugubina: quale libertà è in questione? La libertà riguarda lo sposarsi o il non sposarsi, lo sposare questo o quello, questa o quella, ma poi la struttura della unione coniugale tra l’uomo e la donna non è in balia alla libertà dell’individuo ma è iscritta nella natura. E cioè, come ha ricordato questi giorni il Santo Padre “è la dimensione naturale dell’unione e più concretamente la natura dell’uomo plasmata da Dio stesso a fornire la indispensabile chiave di lettura delle proprietà essenziali del coniugio. Su tale fondamento del diritto naturale il loro rafforzamento ulteriore è nel Matrimonio cristiano attraverso il sacramento”.Le nostre famiglie cristiane sono chiamate a difendere la famiglia fondata sul matrimonio insieme a quanti altri ne condividono il giudizio di valore e a testimoniare, nella loro vita, il grande dono che hanno ricevuto con il matrimonio e in particolare con la grazia sacramentale. La loro testimonianza varrà a convincere più che i discorsi e a difendere, più che il diritto, la famiglia fondata sul matrimonio dalle tante sfide della società attuale. “Non si accende una lucerna per metterla sotto il moggio ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini” (Mt 5, 15-16)”. Registro delle convivenze: forti critiche di Salciarini (Ppi), Andresini (Giovani popolari), Rughi (Margherita), Aloia (Fi) al Sindaco e al Consiglio comunaleIl dibattito sulla proposta di istituire un registro comunale delle convivenze si fa sempre più acceso. Il primo intervento in ordine di tempo è stato quello contrario alla proposta, firmato dal Partito popolare, con il segretario Mario Salciarini, dai Giovani popolari con il segretario Matteo Andresini e dal circolo territoriale Margherita Democrazia e Libertà “Jacques Maritain” di Gubbio con il presidente Lorenzo Rughi. In una nota inviata al Sindaco e al Consiglio comunale esprimono forti critiche e riserve sulla proposta di Tognoloni (Rc) e lanciano un appello perché sia superata “questa forma di ghettizzazione che è il registro delle convivenze”. Negli ultimi giorni sono intervenuti anche i Radicali perugini con Andrea Maori ed Elisabetta Chiacchella che sostengono invece l’iniziativa di Gubbio e invitano a una raccolta di firme sulla proposta di legge popolare per le unioni di fatto. Anche la Sinistra giovanile dei Ds eugubini, attraverso il consigliere comunale Diego Guerrini, ha annunciato il proprio parere positivo sulla proposta di Tognoloni. Pesantemente negativa, invece, l’opinione del capogruppo consiliare di Forza Italia, Nicola Aloia. “Le liste dei conviventi – ha detto – assomigliano alle liste di proscrizione. C’è il rischio di esporre alla gogna pubblica le persone, specie in una realtà piccola come Gubbio. Le unioni di fatto appartengono alle convinzioni personali, l’intromissione della pubblica amministrazione è illiberale”. Il promotore della proposta, invece, se la prende con la Chiesa locale. “Fa invasione di campo – sostiene il consigliere Tognoloni – e invece siamo uno Stato laico. La Chiesa è una forte istituzione sociale anche sul nostro territorio, ma è incomprensibile quando si arrocca su posizioni illiberali e pre-riformiste. Siamo in un Paese democratico e non teocratico”. Dopo il messaggio di monsignor Bottaccioli letto in tutte le messe parrocchiali, per proporre un’occasione di serio dibattito e di formazione sul tema delle convivenze, l’Ufficio diocesano di pastorale familiare ha organizzato una pubblica conferenza dal titolo “Famiglie di diritto e unioni di fatto”. L’incontro si terrà presso il Centro servizi Santo Spirito alle ore 17,30 di sabato 16 febbraio. Relatore della conferenza sarà il professor Giuseppe Dalla Torre, magnifico rettore della Lumsa (Libera Università Maria Santissima Assunta) di Roma e presidente nazionale dell’associazione che riunisce i giuristi cattolici. Anche il cammino di preparazione alla prossima Pasqua sarà un forte richiamo al recupero del ruolo del nucleo coniugale. L’itinerario proposto per la catechesi delle stazioni quaresimali, infatti, è un invito alle famiglie a riscoprire la bellezza del disegno di Dio sul matrimonio e a rafforzare la missione della famiglia nella società e nella Chiesa.

AUTORE: Daniele Morini