“La Voce di Prato” ricorda la figura di Pietro Fiordelli, il vescovo tifernate che guidò la neonata diocesi pratese per 38 anni

Dall'Umbria a Prato, un vescovo tra la gente

La Voce di Prato, settimanale diocesano, collegato con Toscana oggi, che è il settimanale regionale delle diocesi toscane, ha dedicato 24 pagine ad un doppio importante evento: il cinquantesimo della piena autonomia della diocesi di Prato (prima congiunta con Pistoia) e il “dono” del primo vescovo residenziale nella persona di mons. Pietro Fiordelli. L’attuale vescovo Gastone Simoni ha invitato tutti i pratesi ad una grande assemblea liturgica per ringraziare il Signore e ravvivare una fede “missionaria” nel clero e nei laici, secondo l’insegnamento svolto nei 38 anni di ministero episcopale da mons. Fiordelli. Lo ricorda l’attuale vescovo: “prima di consegnare il pastorale al suo successore (26 gennaio 1992), lasciò un duplice messaggio nel quale mi sono sempre ritrovato: gettare al largo le reti e avere a cuore i poveri”. La celebrazione che si è svolta mercoledì 22 settembre è stata presieduta dal cardinale arcivescovo di Firenze Ennio Antonelli, un umbro per festeggiare un altro umbro. Fiordelli infatti era sacerdote del clero di Città di Castello, fu consacrato vescovo (fu in quel momento il più giovane vescovo d’Italia) il 3 ottobre 1954 ed entrò in dicesi il 17 successivo. Una nota curiosa, riportata da La Voce di Prato è il ricordo di mons. Sergio Goretti (anche lui sacerdote di Città di Castello) che lo accompagnò a Prato come segretario (segretario per un giorno). Ricorda mons. Goretti: “All’arrivo, rimasi impressionato dall’entusiasmo della gente che lo festeggiava. erano in tanti lungo le strade e mostravano tutta la loro gioia per questo giovane vescovo scelto per la loro diocesi”. Mons. Goretti con a sua solita arguzia ricorda simpaticamente anche le sue prediche, sia per il contenuto sempre profondo e detto con passione, sia per la lunghezza. A questo proposito ricorda la predica detta delle “due stagioni”, perché quando iniziò c’era un bel sole d’estate, ma durante il discorso venne un temporale che al termine dell’omelia sembrava fosse arrivato l’autunno. Ma noi non possiamo non rimarcare che quando Fiordelli fu nominato il nostro settimanale, che stava alle prime armi ed aveva in lui uno dei principali fondatori e scrittori, risentì della sua assenza. E’ rimasto famoso il suo ultimo pezzo di addio ai lettori nella rubrica ‘Il biancospino’. Anche noi, pertanto, ci uniamo ai pratesi per fare tanti rallegramenti a mons. Fiordelli e augurargli ancora un tempo felice e impegnato nella preghiera da emerito come vescovo ed emerito anche come direttore de La Voce, settimanale dell’Umbria.

AUTORE: Elio Bromuri