Avevamo già detto che l’avvento di Trump alla presidenza degli Usa non avrebbe portato buone nuove a noi europei occidentali. La realtà sta andando oltre le previsioni. Le dichiarazioni e gli atti del presidente stanno segnando una svolta storica: il definitivo abbandono degli equilibri usciti dalla Seconda guerra mondiale.
Abitualmente si parla degli accordi di Jalta, dal nome della località dove nel febbraio 1945 si svolse una delle periodiche conferenze nelle quali si incontravano i capi della coalizione antihitleriana, Roosevelt, Churchill e Stalin. Si usa dire che fu in quell’incontro che venne decisa la spartizione dell’Europa (e del mondo) tra il blocco occidentale e quello orientale. Da una parte l’Unione Sovietica con i suoi satelliti, dall’altra i Paesi del patto atlantico guidati dagli Usa. Una formula che si tradusse nella cosiddetta guerra fredda e trovò il suo simbolo nel muro di Berlino, ma fu anche una garanzia di pace, sia pure una pace armata.
Gli avvenimenti fra il 1989 e il 1991 (la caduta del muro, la riunificazione della Germania, la fine dei regimi comunisti in tutta l’Europa dell’Est, lo scioglimento dell’Unione Sovietica) fecero dire a tutti che era finito il mondo di Jalta; e ci fu chi disse che era “la fine della storia”. Si capì poi che non era vero; e che il regime comunista sovietico era stato solo una fase di una storia assai più lunga, quella dell’imperialismo russo, che c’era già prima del comunismo ed è rimasto dopo, anche se quelli che erano stati i “paesi satelliti” dell’Europa orientale avevano cambiato campo e lo stesso avevano fatto persino alcune repubbliche ex sovietiche (i Paesi baltici; l’Ucraina ci ha provato dopo e sappiamo come ne è stata punita).
Resisteva ancora, invece, il legame fra gli Stati Uniti e l’Europa occidentale. Ma ora è stato reciso da Trump; ed è per questo che oggi dobbiamo dire che il mondo di Jalta è davvero finito. È un bene, è un male? Non è detto che sia un gran male per noi europei, ma solo ad una condizione: che sia la spinta che ci voleva per accelerare il processo di unificazione politica dell’Europa. Ma forse questo è solo un pio desiderio perché invece prevalgono un po’ dovunque le tendenze nazionaliste e sovraniste. Separati, giocheremo tutti nel campionato dilettanti, la champions league la vedremo in tv.