Laboratorio della Chiesa

‘Prendi il largo, popolo del Signore / solca il vasto mare del mondo’. L’invito espresso dall’inno del Sinodo diocesano, composto da mons. Gualtiero Sigismondi che ne è segretario generale, e musicato dal maestro don Mario Venturi, può costituire un’efficace icona dell’andamento ‘in altum’ che si va registrando dall’uno all’altro appuntamento sinodale. Il più recente è quello che ha riunito venerdì 9 marzo, a Montemorcino, i moderatori dei gruppi di studio, per la seconda volta dall’inizio dell’evento. Alla presenza dell’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti, che ha riferito la recente visita ad limina e affidato al Sinodo la premura del Pontefice per il tema della cultura, si è svolta un’assemblea vivace e motivata, non solo nei contenuti, ma soprattutto nel clima. Superfluo, ma non scontato, sottolineare lo spirito di fraternità e di scambio in crescita: non soltanto tra i moderatori, ma nell’assortimento stesso dei gruppi, i cui componenti sono a loro volta invitati e stimolati a confrontarsi con le realtà di provenienza. Un composito, dialettico, promettente microcosmo della Chiesa perugina emerge dai resoconti (ancora parziali per forza di cose) che i moderatori hanno presentato, mettendo a confronto i metodi di lavoro e i primi risultati. Il Sinodo sta entrando nel vivo; si delineano emergenze di evangelizzazione, quali la famiglia, ma l’invito costante è a non fermarsi all’analisi dei problemi. ‘In verità sto rendendomi conto…’. Questa frase di Pietro, riportata dagli Atti (10,34), è stata sottolineata da mons. Sigismondi non solo come criterio operativo e di discernimento, ma anche come chiave dello spirito profetico del Sinodo, che dovrà tradursi, quasi come ‘genere letterario’, anche nel lavoro del comitato di redazione. La formula ‘pronunciata da Pietro in casa di Cornelio, mentre traduce l’umile audacia della fede del pescatore di Galilea, suggerisce come debba essere vissuta l’esperienza ecclesiale del ‘discernimento comunitario’, che vede i moderatori in prima linea nell’aiutare i sinodali a comporre in unità le loro riflessioni, senza sovrapporle e senza imporle, cercando prima i punti di tangenza e, poi, i punti di convergenza, nel pieno rispetto delle diverse identità, in un consenso sempre ricercato nella comune passione per lo ‘splendore della verità”. Questo l’impegno che attende nei prossimi mesi i sinodali, senza dimenticare che ‘il vero tema della Chiesa è Dio: convergere sulla Parola lasciandosi da essa sorprendere è il compito di tutti’. Il testo dell’Inno, eseguito in cattedrale nella solennità di san Costanzo, era già apparso in appendice al volume di studi dedicato da Gualtiero Sigismondi al compianto arcivescovo Cesare Pagani, del cui dies natalis proprio in questi giorni (il 12 marzo) ricorre il 19’anniversario. Non a caso, ricordando la sua grande lezione ecclesiologica e innestandosi nella sinodalità ‘nuova e antica’ della Chiesa perugina, lo stesso Sigismondi, la sera del 9 marzo, ha ribadito l’opportunità di ‘fare del Sinodo un laboratorio di ecclesiologia, affinché la nostra Chiesa particolare diventi sempre di più un oratorio di cristologia’.

AUTORE: Isabella Farinelli