L’amore risponde solo all’amore

Il commento alla liturgia della Parola “Firmato" Famiglia

AltareBibbiaSi può comandare l’amore? E in che senso è nuovo? Siamo nell’ultima cena, è un discorso di addio, un testamento. Nei testamenti si lascia a chi resta qualcosa di prezioso, si lascia tutto nelle mani di chi resta. In questa cena d’addio, mentre c’è chi pensa a tradire, c’è un testamento che riguarda la realtà più preziosa: l’amore; mentre l’uomo ragiona ancora con le proprie categorie di aspettative personali, c’è chi si sta donando totalmente, anche nel corpo, e indica una via di amore. Si può comandare l’amore? Tra marito e moglie, tra amici, tra fratelli; e Gesù direbbe anche tra vicini, tra lontani e addirittura tra nemici. L’amore non è un sentimento. In quella notte dell’ultima cena ci sarà chi tradisce e chi abbandona: per paura, un sentimento spontaneo difficile da dominare.

“Come vi ho amato, amatevi”. Come è possibile, se la paura ci prende, se nella vita me ne fai di tutti i colori, se non mi consideri per ciò che sono, se la vita a due si fa impossibile, se la vita di coppia o seguire i figli sono solo sacrifici. Ma è nuovo questo amore che Gesù ci presenta, non nuovo nella sua formulazione, già l’Antico Testamento aveva questo precetto, ma nella sua realtà più profonda, perché vissuto in prima persona da Lui. No un “do ut des” come è solitamente il nostro amore, ma solo “do”. Dono senza chiedere un contraccambio, dono come esigenza di venire incontro alle esigenze. Una esigenza, tanto che la sua glorificazione consiste proprio nel suo dono totale, la morte, un corpo dato per altri. Sembrerebbe umiliazione e invece è glorificazione: “E se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito”. Non quando risorgerà, ma nella sua morte. Nella sua morte riconosciamo il suo giusto valore, gli si fa giustizia. E’ il Padre che lo glorifica per questo suo annientarsi, per questo suo atto di obbedienza, atto di volontà, non un sentimento. Proprio un modo nuovo di amare.

“Come vi ho amato, amatevi”. Alla sera, quando si arriva stanchi dal lavoro e ci potrebbe essere un bel divano ad accoglierci, c’è un modo nuovo di amare: il sentimento ci spingerebbe a soddisfare noi stessi, l’amore ci spinge a soddisfare gli altri. Dare la vita perché altri abbiano vita. Che gara d’amore nella coppia! Che gara d’amore nella famiglia! Che gara d’amore nella comunità e nella società! Spesso confondiamo questo amore con la “carità”, con l’elemosina, ma se la “carità” è dare solo il superfluo e non coinvolge la persona non è “come io vi ho amato”, non è come ama Gesù. Anche nella vita: ci si riempie la bocca con la parola amore e anche il matrimonio spesso lo prendiamo come il coronamento del nostro amore (che è già tanto), ma se non ci offriamo l’un l’altro un amore come quello di Cristo, si corre il pericolo di finire alle prime difficoltà. Così anche la filantropia. A parole ci spaventa la possibilità di amare in questo modo, ma se riconosciamo di essere ricchi d’amore in Cristo, in Cristo è possibile amare. Già nell’ultima cena, con la tenerezza di un padre di famiglia, cercava di fare coraggio ai suoi: “Figlioli (figlioletti!) ancora per poco sono con voi”. La sua assenza rischia di portarci alla deriva, rischia di non farci capire fino in fondo la ricchezza che è in noi se riusciamo a rimanere in Cristo, ecco perché lascia un testamento, il testamento più grande della storia la cui realtà rende grandi le nostre storie.

Si può comandare l’amore? Assolutamente no, l’amore non risponde ad un comando, ma risponde all’amore stesso. Chi ha spinto Paolo e Barnaba nei loro viaggi nonostante le “molte tribolazioni” (Atti), se non la risposta d’amore alla ricchezza dell’amore riversato da Cristo in loro? “Come io vi ho amati” diventa l’annuncio principale del vangelo, un annuncio che gli sposi cristiani in particolare, con il loro sacramento delle nozze, rendono attuale in ogni momento: il loro amore vissuto in Cristo diventa una bomba di evangelizzazione perché è la loro stessa vita che parla d’amore, è il luogo dove l’ “amatevi l’un l’altro” è elevato a sacramento come l’Eucaristia, è la loro via ordinaria “della tenda di Dio con gli uomini” (Apocalisse) in quanto chiesa domestica, è il luogo dove già si vivono i segni propri della Gerusalemme celeste. Sicuramente Gesù non ci ha amato per comando di Dio Padre e come ha fatto nuovo il senso dell’amare, grazie all’amore stesso ha fatto nuove tutte le cose.

 

AUTORE: Tommaso e Ortensia Calderini