Laurea specialistica in ‘crisi’

Dati recenti di una ricerca voluta dalla Camera di Commercio segnalavano l'aumento dei laureati nelle assunzioni tra le aziende dell'Umbria

La crisi finanziaria, che sta già avendo ripercussioni sull’economia reale, ha cambiato le carte in tavola. Anche su come sarebbe stato opportuno interrogare il sistema di rilevazione nazionale Excelsior, monitor della domanda di occupazione delle aziende private. Il presidente della Camera di commercio perugina, Alviero Moretti, ha esordito: ‘Oggi, invece di chiederci se le nostre aziende abbiano più bisogno di laureati, ci saremmo chiesti come mai, all’improvviso, siano crollate le loro commesse. Il dramma della finanza ‘creativa’ e l’avidità speculativa – ha continuato Moretti giovedì scorso alla sala del Consiglio della Camera di commercio perugina – ci fanno rischiare una recessione potenzialmente devastante. Le nostre piccole e medie imprese sono l’unico freno alle distorsioni della ‘nube tossica’ finanziaria, ma vanno sorrette con politiche adeguate’. Moretti ha poi aggiunto: ‘Il vero sviluppo si ottiene solo attraverso il lavoro, la fatica e l’impegno’. E, in tempi bui, tocca alla piccola e media impresa fare da ammortizzatore sociale, sostenendo l’occupazione come può. Se può. Più laureati per le imprese del Perugino? Crisi permettendo’Questione laureati. I dati della rilevazione Il lavoro che c’è, il lavoro che verrà, curato dalla milanese Clas srl, si riferiscono all’aprile scorso. Difficile giudicare se il trend positivo rilevato sia tuttora valido, con una crisi economico-finanziaria annunciata pesante nel 2009 e che si protrarrà, verosimilmente, per l’intero 2010. Excelsior rilevava che gli occupati della provincia di Perugia sarebbero aumentati, pur lievemente. Quanto all’impiego di laureati da parte delle aziende del Perugino, i segnali erano incoraggianti: ‘Più domanda di laureati e di diplomati da parte delle nostre imprese, segno che gli imprenditori puntano sul capitale umano’, ha affermato il segretario generale della Camera di commercio di Perugia, Andrea Sammarco. L’Umbria è sempre stata fanalino di coda o quasi nell’impiegare i laureati. Il trend registrato negli anni 2002-2007 dal rapporto Excelsior indica, per la provincia di Perugia, 7 laureati ogni 100 assunti nel settore dell’impresa privata. In precedenza tale valore era di 5, ben lontano dalla media nazionale di 11 laureati. Confindustria Perugia: servono laureati anche in produzione’Nella provincia di Perugia il 71 per cento dei diplomati va all’università’ ha spiegato Gianni Menicatti del gruppo Clas. Soprattutto ad Economia e commercio, Ingegneria, Lettere e filosofia e Scienza della formazione. Alcuni ‘si parcheggiano’, prima di trovare un lavoro. La voce delle imprese è stata quella, in particolare, del direttore della Cna perugina, Paolo Annetti, e di quello di Confindustria provinciale, Aurelio Forcignanò. Che hanno giudicato la formazione universitaria quantomeno non funzionale all’impresa. ‘Siamo costretti a formare i laureati sul lavoro. È possibile – ha sostenuto Annetti – che la piccola impresa ‘sfugga’ addirittura all’università’. Forcignanò ha poi evidenziato la responsabilità delle famiglie degli studenti: ‘Devono spingerli ad iscriversi alle facoltà scientifiche, perché è di profili scientifici che le imprese necessitano. Inoltre – ha concluso – i giovani laureati non possono pensare di inserirsi nelle aziende solo ad alto livello, ma devono essere pronti anche per la produzione’. Imprese e atenei, dunque, sono ancora lontani. Ai rappresentanti delle imprese ha risposto l’assessore alla Formazione, Maria Prodi, sottolineando come compito dell’università sia quello di insegnare un’ampia conoscenza e un metodo di apprendimento elastico, che permettano ai neolaureati di muoversi con efficacia sul difficile mercato del lavoro. Paolo Giovannelli

AUTORE: Paolo Giovannelli