Lavorare per una migliore qualità dell’arte nelle chiese

Convegno su arte e committenza

L’evoluzione dei tempi chiede adeguamenti nella pastorale ecclesiale che coinvolgono indubbiamente anche l’aspetto dei beni culturali e della committenza, orientata verso nuove forme espressive e liturgiche. Arte e committenza sono stati i temi affrontati nel corso del convegno promosso dall’Ufficio beni culturali della diocesi in cui sono state sapientemente e motivatamente illustrare da critici d’arte e artisti le nuove opere realizzate in diocesi. E’ stata evidenziata la necessità di lavorare verso una migliore qualità delle opere, dell’apertura al pubblico tecnicamente aggiornata, della trasparenza nel settore dei restauri di manufatti artistici, di una maggiore attenzione nello scegliere architetti e artisti per le chiese nuove e riadattamento di quelle antiche, perché il tutto sia soddisfacente e all’avanguardia per un pubblico culturalmente esigente che segue la qualità in ogni aspetto della vita sociale, compresa l’arte e la stessa liturgia. Un dimensione totale della bellezza che sia a disposizione di tutti, nel carpire la storia, le tradizioni del territorio e le prospettive da seguire. La creatività dell’artista deve essere inserita e guidata dalla realtà del magistero della chiesa – ha affermato il prof. Apa – per comunicare unitariamente all’interno di una pluralità di esperienze. Un’apertura che, nella diocesi di Terni, ha coinvolto culture e religioni, il forte radicamento nella tradizione e un’attenta analisi del tempo culturale attuale – ha detto don Fabio Leonardis – un’arte che quindi sia finalizzata all’annuncio evangelico, non provocatoria perché diventi “abitazione” dell’immaginario dei fedeli. Oggi, il committente è il parroco nel quale trova espressione il progetto dell’intera comunità – ha affermato mons. Santi, direttore dell’ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici nel suo intervento – Una committenza molteplice e stratificata ridefinita dopo il concilio. Una fase in cui sono chiamati a più livelli figure ecclesiali e laici, esperti e competenti presenti all’interno delle commissioni pastorali. Sono loro i veri promotori dell’opera richiesta all’artista che ne interpreta esigenze e domanda. La stessa Cei ha stilato appositi documenti sui nuovi orientamenti della committenza e le procedure da seguire. In tutto questo un particolare riguardo dovrebbe avere la qualità piuttosto che la quantità, valutando bene competenze e capacità. Ecco quindi che la stessa committenza di opere d’arte sacra dovrebbe perdere la valenza tecnica e d’impresa per farsi evento di comunicazione e di fede che si esprime attraverso la stessa arte visiva, di happening della liturgia e catechesi, perché la missione della chiesa oggi si esplica anche attraverso il dialogo con la cultura e l’impegno nell’arte.

AUTORE: E. L.