“Vi ringrazio per la vostra preghiera e per quella delle vostre comunità: ne ho tanto bisogno!”. Con questo saluto, martedì 17 giugno Papa Leone XIV accoglie in Vaticano i Vescovi della Conferenza Episcopale Italiana. Anche il luogo è significativo: siamo nell’aula che sta tra la Basilica di San Pietro e la Loggia delle Benedizioni, dalla quale poco più di un mese fa il Successore di Pietro si è affacciato per la prima volta.
La Chiesa in Italia realtà molto viva
Papa Leone riconosce come la Chiesa in Italia sia una realtà molto viva, che conserva una presenza capillare in mezzo alla gente. Nel contempo, non passa sotto silenzio nemmeno le sfide che la comunità cristiana si trova a dover affrontare “legate al secolarismo, a una certa disaffezione nei confronti della fede e alla crisi demografica”.
E, facendo suo un appello di Papa Francesco, sottolinea che “ci è chiesta l’audacia della profezia, che non esige strappi, ma scelte coraggiose: portano a lasciarsi ‘disturbare’ dagli eventi e dalle persone e a calarsi nelle situazioni umane, animati dallo spirito risanante delle Beatitudini”.
Le attenzioni pastorali indicate da Leone XIV
A questo punto, Papa Leone ha messo in fila alcune attenzioni pastorali, attorno alle quali chiede che ci sia “riflessione, azione concreta e testimonianza evangelica”.
La prima di queste, spiega, è un rinnovato slancio nell’annuncio del Vangelo: “È necessario tornare alle fondamenta della nostra fede con azioni pastorali capaci di intercettare chi è più lontano e con strumenti idonei al rinnovamento della catechesi e dei linguaggi dell’annuncio”.
Come conseguenza della relazione con il Signore, il Papa richiama a “un’attenzione pastorale sul tema della pace” e a “diventarne artigiani nei luoghi della vita quotidiana”, dove “deve farsi visibile una Chiesa capace di riconciliazione” nella quale si pratica la giustizia e si custodisce il perdono”.
Nel dire del Papa, la terza attenzione riguarda il rispetto per la dignità della persona umana: “L’intelligenza artificiale, le biotecnologie, l’economia dei dati e i social media stanno trasformando profondamente la nostra percezione e la nostra esperienza della vita. Ma la persona non è un sistema di algoritmi: è creatura, relazione, mistero”. Per questo ha auspicato che “il cammino delle Chiese in Italia includa, in coerente simbiosi con la centralità di Gesù, una riflessione viva sull’umano, nella sua corporeità, nella sua vulnerabilità, nella sua sete d’infinito e capacità di legame”.
Coltivare la cultura del dialogo
Infine, il Papa conclude raccomandando di coltivare la cultura del dialogo: “Tutte le realtà ecclesiali siano spazi di ascolto intergenerazionale, di confronto con mondi diversi, di cura delle parole e delle relazioni”.
La sinodalità una mentalità
Nel congedarci, ci incoraggia a restare uniti, a fare della sinodalità una mentalità, a guardare al domani con serenità – “con la gioia nel cuore e il canto sulle labbra” – e ad aver cura che “i fedeli laici siano protagonisti della evangelizzazione nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, negli ambienti sociali e culturali, nell’economia, nella politica”.
Ivan Maffeis
Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve