Le cifre della disoccupazione

Alto Chiascio. La situazione secondo la ricerca promossa dal consigliere Smacchi

Un’attenta indagine condotta dal consigliere regionale Andrea Smacchi, con il concreto supporto dei dati, ha delineato il quadro sempre più preoccupante della situazione occupazionale del comprensorio dell’Alto Chiascio, che comprende i Comuni di Gubbio, Gualdo Tadino, Fossato di Vico, Costacciaro, Sigillo, Scheggia. Il documento Smacchi esprime una realtà dinanzi alla quale è fondamentale che ciascuno, dalle istituzioni alle associazioni di categoria, agli stessi operatori, faccia la propria parte per riaprire prospettive di fiducia e di speranza. Al 31 dicembre dello scorso anno erano 4.898 le persone alle prese con il problema lavoro, totalmente disoccupate o con il temporaneo ausilio degli ammortizzatori sociali. Nel dettaglio usufruivano della cassa integrazione in deroga 1.552 persone (alle 701 del 2010 se ne sono aggiunte altre 851 nel 2011). Interessante ed utile andare a vedere la loro età: 13 sono sotto i venti anni, 827 compresi tra i 20 ed i 34 anni, 608 tra i 40 ed i 54 anni, 99 tra i 55 ed i 65 anni. Alla cassa integrazione ordinaria, invece, attingono altre 1.350 maestranze, mentre sono ben 1.996 quelli alla ricerca di una prima occupazione. “Prendendo come riferimento il 31 dicembre 2011 – ha sottolineato Smacchi – le imprese attive nell’Alto Chiascio erano 4.187 con 16.999 addetti, il 28% dei quali oggi sono alle prese con un futuro incerto. Senza dimenticare che a questi vanno aggiunti i 1.050 cassaintegrati della Antonio Merloni ed i 190 dipendenti della Faber, l’azienda di Fossato di Vico che entro pochi mesi cesserà l’attività per la scelta dell’azienda di chiudere lo stabilimento. Vanno inoltre inserite le persone in cerca di prima occupazione, che nei Comuni della fascia appenninica sono pari a 1.996 unità. Un quadro complessivo che abbisogna di interventi straordinari ed urgenti in grado di contrastare la pesante situazione che si trovano a dover affrontare famiglie ed imprese”. L’indagine Smacchi aggiunge che le imprese che hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sono state 367; la maggior parte attive nel settore della logistica (80), seguono edilizia (74), commercio (61) metalmeccanica (36), industria estrattiva (32), ricettività (29), tessile (23), carta stampata (15), legno (13), agricoltura (4). A richiamare problematiche solamente eugubine c’è la vicenda della ex Sirio Ecologica le cui maestranze hanno portato in piazza la loro situazione. Un’azienda che stenta purtroppo a ripartire.

AUTORE: Giampiero Bedini