Le reliquie stimolano la preghiera e sostengono la fede

0
267
Mons. Sorrentino porta in mano la teca con uan reliquia di Carlo Acutis
Mons. Domenico Sorrentino con una reliquia di Carlo Acutis

“Se la Chiesa tratta con tanto amore i resti mortali dei santi, il motivo risiede nella visione cristiana secondo cui il corpo umano – sempre da rispettare, per tutti, anche dopo la morte – , quando è stato santificato nel battesimo, rimane segnato dall’azione dello Spirito santo”. Così mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi e Foligno, nel soffermarsi sul significato liturgico e devozionale delle reliquie nel suo ultimo libro dal titolo: Carlo Acutis. Sulle orme di Francesco e Chiara d’Assisi. Originali, non fotocopie (EFI, 2024). Una pubblicazione, tiene a ribadire l’autore da noi raggiunto all’Assemblea nazionale del Cammino sinodale, che evidenzia come il beato Acutis “non è capitato per puro caso ad Assisi e in Umbria, ma come germoglio nuovo, inedito della spiritualità francescana, che spiega il Vangelo in modo semplice alla gioventù e non solo, ispirandosi a Francesco e a Chiara d’Assisi percorrendo, appunto, le loro orme di santità”.

La devozione alle reliquie è una prassi antichissima

In merito alle reliquie, monsignor Sorrentino scrive nel libro: “La prassi di dare ai corpi dei santi un rilievo speciale, sia esponendoli alla venerazione, sia valorizzandone frammenti per diverse Chiese e comunità, è antichissima. Per lo più questi frammenti vengono collocati sotto gli altari o inseriti in essi. Un uso liturgico, dunque, prima ancora che devozionale. Quasi a dire che il sacrificio del Golgota celebrato in ogni Messa non ha altare migliore dei corpi di quanti per Cristo hanno versato il loro sangue – i martiri – o comunque a lui hanno consacrato l’esistenza vivendo santamente”.

La reliquia del mantello di san Francesco

“Spesso le reliquie – precisa – consistono non in frammenti corporei, ma in cose che hanno solo ‘toccato’ il corpo dei santi o sono appartenute ad essi”. Al riguardo cita il caso del “mantello posto sul corpo nudo di Francesco dal vescovo Guido, quando sarà possibile esporlo dopo una opportuna ricognizione storico-ecclesiale (per ora è sottoposto a studi e a un progetto di restauro), potrebbe esserne un esempio.

L’importanza delle reliquie ex-corpore

Ma le reliquie più importanti sono ovviamente quelle ex corpore. I frammenti, anche minimi, del corpo di un santo sono pegni della benedizione di Dio, stimolano la preghiera e sostengono la fede, portando quest’ultima, attraverso il santo, a Gesù stesso”.

Sorrentino quasi profetizza nel libro quanto è venuto alla ribalta di recente sul commercio di reliquie: “È quello che sta accadendo anche con le richiestissime reliquie del corpo di Carlo. La Provvidenza ha disposto che se ne potesse approntare un certo numero, da distribuire con grande oculatezza e precise garanzie di uso ecclesiale”. E aggiunge: “Le nostre ‘missioni’ con le reliquie del corpo di Carlo in tante parti del mondo raccolgono folle. Un fenomeno che ci sorprende ogni volta”.

L’idea del Vescovo di dedicare un capitolo alle reliquie è venuta da un “tour” di un frammento del cuore del beato Carlo Acutis in Germania dove i luterani sono ‘critici’ con le stesse, “qualcosa dal sapore medievale, che stride con l’odierna sensibilità”, scrive Sorrentino. “Quasi che il corpo di un santo o un suo frammento funzionassero da elementi magici. Talvolta, ancora peggio, ci si è appropriati di reliquie di santi solo per dare importanza a una località: il santo dunque in funzione del potere, a totale spregio del Vangelo della ‘spogliazione’. Ammettiamolo: il magismo imperversa ancor oggi. È qualcosa di patologico e va decisamente contrastato”.

Gli atteggiamenti nei confronti dei corpi dei defunti

Il Vescovo si sofferma anche sui “corpi dei defunti”, citando “gli atteggiamenti più contrastanti. C’è chi, dopo averli inceneriti, desidera tenere la cenere con sé come un ricordo, in qualche modo fisico, della persona cara. C’è chi, al contrario, disperde le ceneri al vento o nelle acque. C’è infine chi cerca di esorcizzare la morte stessa banalizzando la sua immagine: vedi Halloween. A togliere la morte, nella sua cruda verità, dagli occhi dei bambini e riducendone al minimo la visibilità nell’esperienza degli adulti si propaga solo un’illusione”. “La morte sta sempre in agguato ed è la cosa più certa della nostra vita. Tanto vale imparare a guardarla in faccia, e semmai a considerarla ‘sorella’, sulle orme di Francesco d’Assisi. A superarne davvero, o almeno ad affrontarne, l’inevitabile paura, non c’è che il Vangelo della risurrezione. Francesco prima, ed ora anche Carlo con il suo sorriso di cielo e con le sue reliquie mortali, ci sono stati dati anche per questo”, precisa ancora monsignor Sorrentino.

È vietato il commercio di reliquie

A poche settimane dalla canonizzazione del beato Carlo Acutis, il 27 aprile, in Umbria viene alla ribalta la notizia inquietante del commercio in internet di “reliquie” riconducibili, in particolare, a santi umbri quali Francesco e Chiara d’Assisi e Rita da Cascia, oltre allo stesso Acutis.

Per quest’ultimo il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, appurata la “natura commerciale” delle stesse, ha sporto denuncia anche in applicazione del canone 1190 del Codice di Diritto Canonico che ne vieta il commercio. Nel 2017 la Congregazione delle cause dei santi, nell’Istruzione “ Le reliquie nella Chiesa: autenticità e conservazione ”, stabilisce che “sono assolutamente proibiti il commercio (ossia lo scambio di una reliquia in natura o in denaro) e la vendita delle reliquie (ossia la cessione della proprietà di una reliquia dietro il corrispettivo di un prezzo), nonché la loro esposizione in luoghi profani o non autorizzati”.

La Chiesa invita i devoti alla prudenza e a diffidare di coloro che lucrano sulla buona fede di quanti vanno alla ricerca di reliquie perché attraverso il loro possesso sentono la vicinanza, la protezione del santo. “La reliquia – spiega il vescovo Sorrentino – non va utilizzata in modo magico, ma è un segno che vuole valorizzare e provocare la preghiera ed imitare il santo nella santità”. Si parla anche di false reliquie e la notizia del loro commercio conquista in pochi giorni le cronache nazionali e approda, con un’intervista allo stesso vescovo di Assisi sulle colonne del prestigioso quotidiano britannico The Times.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here