Le vie della solidarietà e del volontariato

Carbonesca. Alla "sagra della polenta" una serata dedicata ai temi sociali

In un video hanno voluto ripercorrere le tappe di trent’anni di vita della Pro Loco che ha sviluppato un serie di attività ricreative e di socializzazione che hanno reso la piccola comunità di Carbonesca una realtà attraente e vivace. Quello che prima era un campo incolto pieno di erbacce, come ha rilevato l’animatore di tutta la manifestazione Eddio Rondelli, ora è uno spazio in cui si possono allestire spettacoli, incontri, manifestazioni in modo efficiente e dignitoso. La comunità. pur essendo passata da 1.000 abitanti a circa 400, non si è avvilita e ripiegata su se stessa ed ha inventato la “sagra della polenta”, di quel cibo che era tipico della popolazione dedita al lavoro nei boschi circostanti. Tutto è stato compiuto in questi decenni con il coinvolgimento e la collaborazione di tutti nello spirito della solidarietà e del volontariato. E proprio al volontariato è stata dedicata la serata del 2 agosto, partecipata da molte persone del luogo e anche da ospiti giunti da Perugia. Una caratteristica, infatti, della sagra di Carbonesca che la differenzia dalla maggior parte delle altre, dedicate solamente al cibo e ai divertimento, è la presentazione di un tema di attualità con un dibattito a più voci. Le voci quest’anno sono state quelle di don Elio Bromuri, don Angelo Fanucci, Carlo Cirotto, che hanno svolto il complesso tema della solidarietà e del volontariato secondo prospettive diverse, da quella più generale alle sue realizzazioni più concrete. Si è parlato di centri di accoglienza alla luce dell’episodio biblico di Abramo alle querce di Mamre, alla solidarietà morale e spirituale del “dare consigli” secondo l’ispirazione del libro di Tobia. La parte centrale del discorso è stata svolta da don Angelo, personaggio ben noto a Gubbio e ben oltre i suoi confini, che giunto ai suoi sessantasei anni di età ha molte cose da raccontare avendo cominciato fin dai primi anni di presbiterato a prendersi cura dei disabili. Su questa attività che tuttora svolge a tempo pieno e con il totale impiego delle sue energie ha potuto raccontare suggestive esperienze. Don Angelo oltre che fornire, con i suoi volontari, servizi adeguati a coloro che gli sono affidati, è attualmente impegnato nel Corso di diploma universitario per educatori professionali in assistenza ai disabili, nella convinzione che per fare questo servizio non è sufficiente la buona volontà, ma è necessaria una preparazione di tipo professionale e in un progetto di ristrutturazione di un edificio che possa diventare una sede idonea per questa scuola. Il parroco don Bruno ha concluso l’incontro facendo la sintesi di quanto è stato detto e rilanciando le iniziative per far crescere nella consapevolezza tutta la comunità. Quel figlio adottivo, un gesto di caritàÈ rimbalzata anche nella serata di Carbonesca, non senza qualche meraviglia, la vecchia notizia che don Angelo ha un figlio adottivo. Don Bruno Olivastri ha ricordato quando fu annunciato che vi era un bambino di cinque anni disabile che nessuno voleva e che fu preso e portato a casa sua da don Angelo che lo adottò. Il gesto fece impressione per la sua generosità e novità. Ora quel bambino è cresciuto ed ha quarant’anni e ancora dorme nella stessa camera e condivide la vita di don Angelo. Questa e altre molte sue scelte rendono la sua testimonianza attuale e credibile.

AUTORE: E. B.