Nel primo “week end” dopo la storica giornata del 24 gennaio, in una città semideserta, attraversata soltanto da qualche sparuto gruppo di pellegrini e di turisti immancabilmente giapponesi, non è stato facile cogliere e registrare l’eco del grandioso evento vissuto, anzi da taluni subìto, appena da poche ore. Molte voci erano sinceramente commosse e permeate dello spirito di fratellanza e di concordia innescato, ancora una volta, dal carisma formidabile del Santo Padre; altre,- soprattutto quelle della gente semplice che ha partecipato alla preghiera con ammirevole sintonia,- esprimevano affetto e riconoscenza per l’impegno profuso in favore della pace e per l’attenzione riservata ad Assisi; altre ancora, condividendo le riserve espresse nel corso del collegamento televisivo dallo scrittore Vittorio Messori, avanzavano la preoccupazione di un effetto negativo – di sincretismo – percepito dal grande pubblico che potrebbe pensare che tutte le religioni, in fondo, sono uguali; altre, in maniera più pedestre, si preoccupavano del fatto che la città “blindata” per ovvie esigenze di sicurezza fosse stata privata dello straordinario afflusso di pubblico che sarebbe stato logico attendersi come conseguenza dell’evento.
Qualche commento piuttosto acre riguardava la spesa ingente della gigantesca tensostruttura della quale si è stentato a capire l’effettiva utilità; si è sentito perfino chi si lamentava perché erano stati sigillati, lungo il percorso, i tombini delle fognature e le cassette postali. In compenso altre voci, largamente maggioritarie, hanno espresso soddisfazione per l’efficienza discreta con cui le forze dell’ordine hanno assicurato alla giornata uno svolgimento tranquillo e privo di rischi.
Soddisfazione è derivata dal “maquillage” straordinario che ha riguardato segnaletica e pavimentazione stradale e dalla manutenzione, opportuna, della vegetazione delle pendici adiacenti al tracciato dell’itinerario degli illustri ospiti: qualcuno ha però aggiunto che ciò dovrebbe avvenire anche senza la concomitanza di eventi eccezionali. E’ piaciuta, comunque, la città bella e pulita. C’è chi ha preferito seguire i vari momenti dell’incontro di preghiera godendo delle riprese televisive che meritavano di essere registrate per conservarne nel tempo la memoria e la documentazione. Altri stanno facendo incetta di tutti i giornali e delle riviste che hanno trattato e tratteranno di questa nuova “giornata di Assisi” consapevoli come sono che, a prescindere dai suoi effetti concreti sulle tante crisi che in tanti Paesi attanagliano il presente, questa resterà scolpita nel vissuto della comunità. Tutti, o quasi, anche fuori dei monasteri, hanno compreso la fondamentale ed insostituibile forza della preghiera come risorsa capace di unire tutti i credenti.