L’educatore-modello

PAPA FRANCESCO. Udienza del mercoledì su san Giuseppe. Nel primo anniversario di inizio di ministero petrino, Bergoglio si è rivolto ai papà
Sacra Famiglia, Bartolome Esteban Murillo, 1660
Sacra Famiglia, Bartolome Esteban Murillo, 1660

Mercoledì 19, solennità di san Giuseppe, era anche il primo anniversario dell’inizio del ministero petrino di Papa Francesco (eletto il 13 marzo, ma “pienamente operativo” solo sei giorni dopo). Il Papa ha fatto il giro della piazza con la jeep scoperta tra gli applausi dei fedeli, fermandosi a baciare i bambini e parlando brevemente con dei connazionali.

Ha quindi dedicato la sua catechesi a san Giuseppe: “Merita tutta la nostra riconoscenza e la nostra devozione – ha detto – per come ha saputo custodire la Vergine santa e il figlio Gesù. L’essere custode è la caratteristica di Giuseppe: è la sua grande missione”. E ha sviluppato il tema della custodia dalla prospettiva educativa: “Guardiamo a Giuseppe come il modello dell’educatore, che custodisce e accompagna Gesù nel suo cammino di crescita in sapienza, età e grazia”, come dice il Vangelo di Luca (2,52).

“Lui non era il padre di Gesù – ha evidenziato il Papa – il padre di Gesù era Dio, ma lui faceva da papà a Gesù, faceva da padre a Gesù per farlo crescere. E come lo ha fatto crescere? In sapienza, età e grazia. Partiamo dall’età, che è la dimensione più naturale, la crescita fisica e psicologica. Giuseppe, insieme con Maria, si è preso cura di Gesù anzitutto da questo punto di vista, cioè lo ha ‘allevato’, preoccupandosi che non gli mancasse il necessario per un sano sviluppo. Non dimentichiamo che la custodia premurosa della vita del Bambino ha comportato anche la fuga in Egitto, la dura esperienza di vivere come rifugiati (eh, Giuseppe è stato un rifugiato, con Maria e Gesù) per scampare alla minaccia di Erode. Poi, una volta tornati in patria e stabilitisi a Nazareth, c’è tutto il lungo periodo della vita di Gesù nella sua famiglia. In quegli anni Giuseppe insegnò a Gesù anche il suo lavoro, e Gesù ha imparato a fare il falegname con suo padre Giuseppe”.

In secondo luogo, “Giuseppe è stato per Gesù esempio e maestro di sapienza che si nutre della Parola di Dio. Possiamo pensare a come Giuseppe ha educato il piccolo Gesù ad ascoltare le sacre Scritture, soprattutto accompagnandolo di sabato nella sinagoga di Nazareth. E Giuseppe lo accompagnava perché Gesù ascoltasse la Parola di Dio nella sinagoga”.

Infine, la grazia: “Sarebbe un grave errore pensare che un padre e una madre non possono fare nulla per educare i figli a crescere nella grazia di Dio. Crescere in età, crescere in sapienza, crescere in grazia: questo è il lavoro che ha fatto Giuseppe con Gesù, farlo crescere in queste tre dimensioni, aiutarlo a crescere”.

“Cari fratelli e sorelle – ha proseguito – la missione di san Giuseppe è certamente unica e irripetibile, perché assolutamente unico è Gesù. E tuttavia, nel suo custodire Gesù… egli è modello per ogni educatore, in particolare per ogni padre. San Giuseppe è il modello dell’educatore e del papà. Affido dunque alla sua protezione tutti i genitori, i sacerdoti, che sono padri!, e coloro che hanno un compito educativo nella Chiesa e nella società”.

A braccio, Francesco ha aggiunto: “In modo speciale, vorrei salutare oggi, giorno del papà, tutti i genitori, tutti i papà: vi saluto di cuore! Vediamo, ci sono alcuni papà in piazza? Alzate la mano, i papà! Ma quanti papà! Auguri, auguri nel vostro giorno! Chiedo per voi la grazia di essere sempre molto vicini ai vostri figli, lasciandoli crescere, ma vicini. Vicini, eh? Loro hanno bisogno di voi, della vostra presenza, della vostra vicinanza, del vostro amore. Siate per loro come san Giuseppe: custodi della loro crescita in età, sapienza e grazia. Custodi del loro cammino. Educatori! E camminate con loro. E da questa vicinanza, siate veri educatori. Grazie per tutto quello che fate per i vostri figli: grazie. A voi tanti auguri, e buona festa del papà a tutti i papà. Che san Giuseppe vi benedica e vi accompagni”.