I signori della guerra se ne facciano una ragione: sulla costruzione della pace Papa Leone XIV è assai determinato. Forse alcuni speravano che avrebbe smorzato i toni e sfumato le posizioni e invece la prima parola pronunciata ufficialmente come successore di Pietro è stata “pace”. E non una pace qualunque ma la stessa del Risorto, come un dono all’umanità tutta rappresentata dagli apostoli riuniti nel cenacolo.
Qualche giorno fa, ricevendo in Vaticano i rappresentanti delle organizzazioni dell’Arena di pace di Verona 2024 ha pronunciato parole che non lasciano scampo a interpretazioni differenti e la pace ha assunto i contorni evangelici della nonviolenza. Quella scritta tutto attaccato che non è la semplice rinuncia della violenza ma stile di vita. “C’è troppa violenza nel mondo, – ha detto – c’è troppa violenza nelle nostre società. Di fronte alle guerre, al terrorismo, alla tratta di esseri umani, all’aggressività diffusa, i ragazzi e i giovani hanno bisogno di esperienze che educano alla cultura della vita, del dialogo, del rispetto reciproco.
E prima di tutto hanno bisogno di testimoni di uno stile di vita diverso, nonviolento. Pertanto, dal livello locale e quotidiano fino a quello dell’ordine mondiale, quando coloro che hanno subito ingiustizia e le vittime della violenza sanno resistere alla tentazione della vendetta, diventano i protagonisti più credibili di processi nonviolenti di costruzione della pace. La nonviolenza come metodo e come stile deve contraddistinguere le nostre decisioni, le nostre relazioni, le nostre azioni”.