L’impegno di Grazia Paoleri per i bambini di Chernobyl

Leningradsky: il difficile lavoro in un posto di frontiera

Tanti ad Orvieto ricordano l’estate come il periodo di arrivo di “turisti” speciali. Come dimenticare i bambini ucraini, che parlano una lingua tanto diversa dalla nostra ma con gli occhi del colore del cielo ed i capelli biondi che incorniciano piccoli visi illuminati da un triste sorriso? Le loro giovani vite, come quelle di altre seicentomila persone sono state sconvolte per sempre da una catastrofe nucleare, determinata dall’incuria e dall’incapacità umana, chiamata in modo eufemistico “incidente”. Dal 1986 un’area con un raggio di trenta chilometri quadrati è terra di nessuno, mentre ben sessanta insediamenti abitativi sono città fantasma. Gli sfollati sono stati trasferiti in quartieri dormitorio alla periferia di Kiev. Tra questi c’è anche Leningradsky, dove vivono in condizioni disumane moltissime persone, stipate in cinque o sei appartamenti di circa trenta metri quadrati. In questo ambiente degradato un’associazione, l’Ai.Bi., umanitaria, internazionale (sede italiana: Mezzano, San Giuliano Milanese, 20098, (MI), tel. 02/29.88.221) porta avanti insieme ad un partner locale “Children of Chernobyl for Surviving” un utile progetto a favore dei minori in difficoltà. I bambini esposti alle radiazioni ed alimentati con cibi locali altamente ancora contaminati, presentano un pericoloso abbassamento delle difese immunitarie oltre all’ipotiroidismo. Per tentare di arginare una situazione, a prima vista senza via di uscita, sono state organizzate vacanze terapeutiche in località idonee, molte in Italia. Tuttavia questo impegno temporaneo non basta, come ha ben capito Valentina Rogava, ingegnere nucleare della centrale di Chernobyl, fondatrice dell’organizzazione locale che collabora con la Ai.Bi. Per questo è stato approvato un progetto globale volto alla difesa dei minori all’interno della società in cui vivono, con una coordinatrice orvietana: Grazia Paoleri, laureatasi in Sociologia e specializzatasi in Diritto internazionale. Questa ragazza, così giovane ma già molto decisa sul come impegnare la sua vita, si trova a Kiev dal giugno di quest’anno per dirigere il lavoro insieme ad un altro italiano, Alessandro Terzi, che ha inviato le due storie di vita vissuta che vengono qui pubblicate. L’impegno continuo di Grazia, attiva ad Orvieto nel volontariato vincenziano insieme alla sua carica vitale ed alla capacità innata di coinvolgere chiunque incontri sul suo cammino, non possono lasciare indifferenti. Per questo si è convinti che gli orvietani, così come hanno aperto generosamente le loro case per accogliere alcuni bambini ucraini in vacanza, daranno un loro contributo per assistere i tantissimi che sono rimasti nel loro paese, dove cercano di sopravvivere ogni giorno insieme ai loro genitori.

AUTORE: Federica Sabatini