Un ritorno tanto atteso e diventato finalmente realtà. Splende nuovamente sull’acropoli “L’incoronazione della Vergine”. L’opera, realizzata da Raffaello e ultimata dai suoi allievi, è tornata nel capoluogo umbro a 500 anni dalla sua commissione e dopo duecento di assenza dalla chiesa di Santa Maria Assunta a Monteluce a Perugia. La pala venne quindi requisita dagli emissari di Napoleone ed è custodita nei Musei Vaticani, come una delle opere più significative della Pinacoteca Vaticana.
L’Incoronaziona della Vergine in mostra all’Isola di San Lorenzo
Da mercoledì 1° ottobre e fino al 7 gennaio sarà possibile ammirare “L’incoronazione della Vergine” in uno speciale percorso espositivo che è stato allestito all’interno del Museo del Capitolo – Isola San Lorenzo di Perugia. L’esposizione dal titolo “L’atteso ritorno. Raffaello per Monteluce dai Musei Vaticani”, è stata resa possibile grazie al grande lavoro messo in atto dall’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve con i Musei Vaticani. A sostenere economicamente l’iniziativa è stata la Fondazione Perugia. Ad arricchire l’esposizione sono la predella concessa dalla Galleria Nazionale dell’Umbria con le “Storie della vita della Vergine Maria” di Berto di Giovanni e il Crocifisso risalente al XV secolo realizzato da Giovanni Teutonico e conservato nella chiesa di Monteluce.
La presentazione della mostra all’Isola San Lorenzo
La presentazione della mostra ha avuto luogo nella mattinata del 30 settembre alla presenza dell’arcivescovo Ivan Maffeis, del direttore dell’ufficio Beni culturali diocesano, Alessandro Polidori, della direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, del direttore della Galleria nazionale dell’Umbria, Costantino D’Orazio e del direttore generale della Fondazione Perugia, Fabrizio Stazi.
Queste le parole del direttore Polidori: “Oggi è un giorno molto importante per la nostra diocesi, per la nostra città e per il nostro museo. Quello che presentiamo è un progetto coraggioso e ambizioso, frutto di un cammino molto indento che ha portato a questo risultato. Non è stato un percorso che abbiamo fatto da soli. Tutto è iniziato con un dialogo col nostro arcivescovo, Ivan Maffeis. Abbiamo fatto in modo che il Giubileo non fosse un’occasione persa ma un’opportunità per parlare di speranza. Questa mostra è stata concepita per parlare a più persone possibili, con l’intento di parlare di speranza a tutti coloro che verranno a trovarci”.
Come ha ricordato l’arcivescovo Maffeis “un paio di settimane fa, accogliendo i pellegrini umbri in San Pietro, Papa Leone ci ha salutati invitandoci a leggere in profondità la nostra terra. Con questo spirito oggi riaccogliamo un’opera straordinaria”. Dal presule è arrivato un sentito ringraziamento alla direzione dei Musei Vaticani e alla direttrice Barbara Jatta per “la vostra disponibilità, per la qualità della collaborazione e delle sinergia”. Un pensiero di profonda gratitudine è stato rivolto da monsignor Maffeis al direttore della Galleria nazionale dell’Umbria, Costantino D’Orazio. Parole di riconoscenza sono state rivolte anche alle Clarisse di Monteluce e alla Fondazione Perugia, alla Regione, all’Assemblea legislativa dell’Umbria e infine a “chi ha lavorato con competenza e dedizione”.
Come ha ricordato la direttrice Jatta “è stato bellissimo lavoro di sinergia, fratellanza e collaborazione tra istituzioni che hanno lo scopo di far conoscere il bello. Oggi è un grande momento perché siamo riusciti in questo intento. È molta l’attenzione che i Musei Vaticani hanno nei confronti dell’Arcidiocesi di Perugia e della città che tanto ha dato al Rinascimento”.
Per il direttore D’Orazio “l’iniziativa odierna rientra all’interno del percorso legato al Giubileo. La storia dell’arte viene guardata attraverso la spiritualità e la devozione. Ciò lo offriamo ai visitatori dopo centinaia di anni”. Infine, il direttore Stazi ha dichiarato: “Riportare temporaneamente opere come questa è un momento significativo perché viene ricostruita una connessione con le radici e il territorio”.
Alessandro Minestrini










