Liste: ammessi ed esclusi

Elezioni regionali. Consiglieri riconfermati, altri lasciati a casa con nuove collocazioni politiche. I partiti hanno fatto le loro scelte. Ora tocca all'elettore

L’esercito di candidati per il Consiglio regionale è già in cammino. Sono quasi trecento ma solo il dieci per cento riuscirà a conquistare il posto nel ‘parlamentino’ regionale. Per il 3 ed il 4 aprile si voterà con il vecchio sistema elettorale, sfuggita l’approvazione del nuovo statuto regionale con l’introduzione di un altro sistema per il voto. I 700mila umbri alle urne dovranno eleggere 30 consiglieri, di cui 24 con il sistema proporzionale su base provinciale (18 a Perugia e 6 a Terni). L’elezione dei sei restanti consiglieri ‘ quelli appartenenti al cosiddetto listino, cioè i candidati alla presidenza della giunta regionale e coloro che li seguono in questa particolare lista ‘ avverrà con il sistema uninominale. La scelta del listone unitario per i partiti del centrosinistra (Ds, Sdi, Margherita e Repubblicani Europei) ha indirizzato le candidature, in qualche caso ha portato ad esclusioni di rilievo, per facilitare l’elezione sicura di alcuni candidati. Qualche territorio è poco rappresentato e c’è il rischio che si profili anche qualche sorpresa nell’urna. I giochi sono fatti e già annunciati da tempo nei due principali schieramenti capeggiati, rispettivamente, da Maria Rita Lorenzetti (Ds) per il centro sinistra e Pietro Laffranco (An) per il centro destra. Le altre due liste sono ‘Alternativa sociale con Alessandra Mussolini’ e ‘Partito Socialista-Nuovo Psi’. Si è in attesa del conteggio delle firme per ‘Legittima difesa’. Maria Rita Lorenzetti, appoggiata dal listone unitario, oltre che Comunisti Italiani, Prc, Verdi Sole che Ride-Italia dei Valori che presentano liste autonome, è seguita nel listino da Gianpiero Bocci (Margherita), Stefano Vinti (Rifondazione Comunista), Paolo Baiardini (Ds), Marco Fasolo (Sdi), Roberto Carpinelli (Pdci). Con Pietro Laffranco nel listino del centro destra (Cdl) compaiono Carla Spagnoli, Luciano Binaglia, Francesco Miroballo, Marco Ratini e Mario Tinio. Il candidato del centrodestra è sostenuto da An, Fi. In questa lista ci sono anche i repubblicani, Udc, Lega Nord. Tra i candidati vanno segnalate alcune curiosità che possono diventare anche contraddizioni. Tra i Ds viene ricandidato Maurizio Rosi, alla terza possibile legislatura, ma non vengono ricandidati Vannio Brozzi, al termine del suo secondo mandato (sarà amministratore della Fcu) e Carlo Antonini, mandato a casa dopo una sola legislatura, ma l’ex sindaco di Trevi insiste nel territorio di Foligno, dove si ripropone Vincenzo Riommi, assessore regionale esterno. Spicca la candidatura di Fabrizio Bracco, segretario regionale ds, pressato dai vertici romani, non molto convinto di questa scelta. Forse potrebbe scontare il ‘massacro’ delle preferenze. Sempre in casa della Quercia vengono riproposti Lamberto Bottini e Gaia Grossi (assessore uscente ma esterno). Per la provincia di Terni si candida l’ex sindaco di Orvieto, Stefano Cimicchi. La Margherita propone Italo Tomassoni e l’assessore del Comune di Foligno, Luigi Masci, e un altro assessore, Eros Brega, a Terni. Ada Girolamini in pratica esclude qualsiasi altro concorrente per lo Sdi. Rifondazione ricandida i consiglieri uscenti (il segretario regionale, Stefano Vinti, si è garantito un’altra volta il posto dorato nel listino), tranne l’assessore regionale, Danilo Monelli, giunto al suo secondo mandato, piazzato però alla presidenza di una municipalizzata ternana. Se il listone unitario sembra caratterizzato da una scelta scientifica dei cavalli vincenti, chiamiamoli così (senza dimenticare che l’elettore può sempre rifiutarsi di accettare ‘i soliti noti’), nel centro destra la tensione non manca. Dopo il caso ‘Valfabbrica’ che ha portato alle dimissioni del sindaco Passeri, con il contributo determinante di alcuni consiglieri di An, una polemica violenta investe il coordinatore regionale di Fi, Luciano Rossi, accusato da alcuni suoi compagni di partito di aver intenzionalmente impedito la candidatura di Gianvito Ranieri, noto soprattutto a Foligno ma anche in Valnerina, per blindare la propria elezione. Insomma, il posto garantito è un obiettivo trasversale. Forse è il frutto della par condicio.

AUTORE: Emilio Querini