Lo sfiatato

Signoruccio mio, com’è sfiatato Marco Pannella! Sfiatato dentro e fuori. Trent’anni fa lo accogliemmo tutti come un profeta: tutti, anche quelli che, pur non condividendo la sua ideologia, apprezzavano la carica potenzialmente innovativa delle sue provocazioni. Ricordo. Anno 1974, si lavorava per aprire entro l’estate la Comunità di San Girolamo. A fare le loro nove orette quotidiane di lavoro volontario, a fianco di cinque muratori professionisti, c’erano ragazzi e ragazze di tutta Italia. La sera che Pannella apparve per la prima volta sul piccolo schermo, quei ragazzi volevano vederlo, ma (bei tempi!!) non avevamo una Tv. Fu il parroco di San Martino, certo don Pietro Bottaccioli, che ci accolse con le braccia aperte, il televisore acceso e nei paraggi un adeguato contingente di birre fresche. Giorni fa, nel suo intervento nella trasmissione ‘Punto e a capo’, l’impunito ha sfiatato come non mai. Ha citato anche san Tommaso, e la sua teoria dell’animazione dell’embrione al terzo mese dal concepimento. Casini gli ha detto che gli rimane solo di convertirsi al cristianesimo, visto che s’è pericolato a parlare di teologia, una disciplina della quale ignora sia la grammatica che l’alfabeto. Il vecchio marpione ha continuato impavido e ad un certo punto ha sfiatato più forte, come l’illusionista al circo, ‘A me gli occhi!!’. Era il clou della sua performance. E subito, sillabando e muovendo ritmicamente in su e in giù l’indice e il medio a forma di anello, come la più improbabile delle maestrine dalla penna rossa, ha sillabato: ‘In nessun sistema giuridico mondiale l’embrione è soggetto di diritti’. Rien ne va plus. A parte che l’affermazione è falsa, perché esistono e vanno crescendo tra i popoli civili forme sempre più specifiche di tutela dell’embrione, nei ragionamenti del capzioso mancano due parametri fondamentali. Manca la coscienza che i sistemi giuridici sono la proiezione del grado di coscienza che un popolo ha raggiunto nel suo cammino verso la civiltà. Nell’antica Grecia era obbligatorio uccidere subito i bambini disabili, a Roma il bambino di età inferiore ai quattro anni non aveva diritti di sorta. Manca la percezione di che cos’è che mette in crisi la tesi che riduce l’embrione ad un insensato grumo di cellule: non è la fede, ma la scienza. Quanto a san Tommaso’: che ne sapeva del Dna? Glielo avessero citato, l’avrebbe preso per l’acronimo di un qualche aforisma, come l’Amdmg (Ad maiorem dei gloriam) inciso sui frontali delle chiese. L’avrebbe letto, che so io?, come ‘Deus nobis adsit’, che vorrebbe dire ‘Dio ci aiuti’. Giusto: quando c’è Pannella di mezzo un’invocazione del genere è di prammatica.

AUTORE: Angelo M. Fanucci