Lo Spirito di Assisi per un mondo di pace

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Le giornate della Comunità di Sant’Egidio per fare memoria e tentare di portare avanti il sogno profetico del 27 ottobre 1986 di fare di tutte le religioni strumenti efficaci nella costruzione della pace, quest’anno ha visto una partecipazione internazionale straordinaria. La contingenza storica segnata dai conflitti armati in tante parti del mondo così come le dolorose macerie del diritto internazionale faticosamente costruito nel secondo dopoguerra, non sembrano lasciare molte speranze.

Nel saluto iniziale, il presidente Mattarella ha come individuato un altro aspetto particolarmente preoccupante. Ha detto: “Il nazionalismo da opporre ad altri nazionalismi nasce dal considerare gli altri popoli come nemici, se non come presenze abusive o addirittura inferiori per affermare con la prepotenza e, sovente, con la violenza, pretese di dominio”.

Uno scenario che non ci saremmo mai aspettati, tant’è che non si è fatto scrupolo di precisare che sul piano internazionale “si registra la diffusione di atteggiamenti che, se applicati alla convivenza all’interno delle nostre società nazionali, meriterebbero l’appellativo di teppistici”. E alla fine lo stesso Mattarella ha intravisto nello “spirito di Assisi” e nell’azione delle organizzazioni della società civile, il motivo che tiene viva la speranza della costruzione di un mondo senza guerre. Dialogare, riconoscersi, imparare a stimarsi, frequentarsi… diventa un segnale inequivocabile ed efficace.

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