Lo spirito di Assisi vola in Romania

I Vescovi umbri hanno fatto un viaggio in Romania, viaggio turistico, culturale e religioso che può costituire un esempio concreto di quel turismo religioso di cui si parla in questi giorni a proposito dell’aeroporto di San Francesco, già di Sant’Egidio, che intende specializzarsi in viaggi verso mete religiose. Ma il senso più profondo, come è stato esplicitamente dichiarato e da come si può rilevare dal programma della visita, è quello di fare un gesto ecumenico concreto a largo spettro, incontrando il Presidente della Repubblica, il Patriarca della Chiesa ortodossa, l’Arcivescovo cattolico, sacerdoti e monaci. Non poteva essere altrimenti, conoscendo i nostri Vescovi: è nella logica del dialogo trovarsi a contatto e stringere amicizie personali che costituiscono la condizione essenziale per ogni ulteriore forma di intesa e collaborazione. La concessione di chiese a comunità romene ortodosse per la celebrazione delle loro liturgie nella nostra regione è un segno di questa amicizia preesistente, e un veicolo per una più profonda conoscenza e vicendevole riconoscenza. In questa visita si è infatti udito il ringraziamento da parte ortodossa. Né in questo processo di avvicinamento i Vescovi umbri hanno trascurato la parte cattolica, cioè la Chiesa cattolica di rito greco e la chiesa cattolica di rito latino. Tutte le Chiese, con le loro gerarchie e con i loro popoli, hanno infatti diritto ad essere invitate alla mensa del dialogo e della condivisione della fraternità cristiana in una posizione di pieno diritto storico ed ecclesiologico. Nessun battezzato dovrebbe essere tenuto ai margini. L’esemplarità ecumenica del viaggio dei Vescovi umbri, inoltre, risulta dalla visita ad una sinagoga e ad una moschea, che sta a indicare un rispetto per tutti e un segno di volontà di pace, che è alla fine il peculiare messaggio umbro e francescano, bene espresso dalla famosa Preghiera semplice: “Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace”. Non è la prima volta che dall’Umbria parte un messaggio simile, anzi, si può dire che l’Umbria in ciò ha scoperto o riscoperto un “carisma proprio” che dal 1986 in poi è divenuto messaggio universale e richiamo – condiviso dai rappresentanti delle religioni più diffuse nel mondo – all’incontro amichevole e fraterno che possa evitare lo scontro delle civiltà e dei popoli. Che tale messaggio risuoni e si faccia efficace ammonimento per tutti è purtroppo un’impellente necessità, conoscendo le tragedie di tante guerre e violenze ancora presenti nel mondo. È nello spirito di Assisi, di cui si parla sempre meno, che il viaggio breve compiuto dai Vescovi umbri in Romania credo meriti di essere letto.

AUTORE: Elio Bromuri