Lo Spirito Santo c’è ed è tempestivo

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Papa Leone XIV saluta con la mano alzata, con la tonaca bianca, riytratto amezzo busto, alle spalle altra gente
Vaticano, 12 maggio 2025: udienza di Papa Leone XIV alla stampa internazionale, media, giornalisti - (Foto Calvarese/SIR)

Dopo il primo Papa gesuita, lo Spirito santo ha donato alla Chiesa e al mondo il primo Papa agostiniano, entrambi del clero regolare, e l’ha fatto con tempestività (appena 24 ore di Conclave). L’umanità necessitava di riavere al più presto una guida morale e “regolare” per continuare ad offrire al mondo “regole evangeliche” per vivere in pace. Di quest’opera dello Spirito ne parla il cardinale Gualtiero Bassetti, di ritorno dalle Congregazioni generali, nel suo articolo-testimonianza per La Voce. “La colomba raggiata sotto il baldacchino del Bernini mi ricordava continuamente l’opera dello Spirito: i cardinali in quei giorni prestavano la loro mente e il loro cuore allo Spirito del Signore che guida la Chiesa, soprattutto nei momenti più impegnativi”.

Uno di questi è quando si invoca la pace, tema molto a cuore anche al 267° Papa, al punto da aprirci il suo primo discorso: “La pace sia con tutti voi!”. E così al suo primo Regina Caeli: “Mi rivolgo ai potenti del mondo, mai più la guerra!”. E poi al suo primo incontro con i giornalisti: “Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra”. Il suo appello incessante alla pace, al dialogo, a nome della Chiesa di Cristo risorto, ha dato speranza a molti, a iniziare dalle migliaia di persone che si erano radunate in Piazza San Pietro nell’attesa della fumata bianca.

Alcune sono state intervistate per noi da Francesca Acito, come Elena: “Mi aspetto da lui che le cose nel mondo migliorino, che cessino le guerre, che sia un Papa che unisca”. La pace a fondamento dello “Spirito di Assisi” lega la nostra Umbria anche a Papa Leone XIV, un nome che sintetizza il “programma sociale, pastorale e politico” del nuovo Pontificato sulla scia dei precedenti. E il legame dell’Umbria a Papa Leone è richiamato a più voci nelle pagine che seguono. Un legame che ha origine nei rapporti con le comunità agostiniane umbre da lui più volte visitate, Cascia, Montefalco, Sant’Eraclio in Foligno, Gubbio, Sigillo da quanto riportano i servizi di Francesco Carlini e Daniele Morini.

Anche se, come sottolinea la priora del monastero di Montefalco, suor Maria Cristina Daguati, “Siamo consapevoli che ora è il Pastore della Chiesa universale, è di tutti e non solo degli agostiniani”.

È anche il nome Leone a mettere Papa Prevost in “sintonia” con lo stesso capoluogo umbro. Perugia ebbe per 32 anni vescovo il cardinale Gioacchino Pecci, poi Papa Leone XIII. A ricordare la figura di questo grande Papa, tra Perugia e Roma, è lo storico Mario Tosti: “Pecci, vescovo di Perugia, fu allo stesso tempo innovatore e tradizionalista e questa sembra, stando ai primi atti, l’eredità che vuole portare avanti anche Leone XIV”.

Soprattutto, scrive Riccardo Benotti nella sua biografia di Leone XIV, “l’esperienza missionaria in Perù ha fatto del futuro Papa un promotore di giustizia e difensore dei diritti dei più deboli”. Per questo è anche in continuità con Papa Francesco, mettendoci del suo nell’era dell’intelligenza artificiale senza tralasciare la “diplomazia del cuore nel tempo dell’indifferenza”, come sottolinea Daris Giancarlini.

Soffermandoci ancora sulla tempestività con cui lo Spirito ha agito nella Cappella Sistina, “nei giorni del Conclave è stato evocato ovunque si parlasse della scelta del nuovo Papa… E immancabilmente la conclusione era ‘… e poi, comunque, c’è lo Spirito santo’”. Lo scrive Maria Rita Valli nell’intervista alla teologa suor Roberta Vinerba, una significativa riflessione sull’agire dello Spirito “nella vita dei battezzati, nella vita della Chiesa”.

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