Lo strano paradiso di Adriano

Editoriale

Erano tante le attese per l’esibizione di Celentano al Festival di Sanremo, e non sono andate deluse. Le reazioni sono state anche definite “censura”, come se qualcuno l’avesse chiesta. Un conto è richiedere delle scuse, altro è invocare la censura. Si è detto che la Rai l’avrebbe fatta nel suo sito web, non riportando qualcuna delle frasi incriminate contro Famiglia cristiana e Avvenire. Di Pietro, garante della legalità, ora è anche paladino della libertà di offendere!

Accusare di ipocrisia e chiedere la chiusura di due storiche testate cattoliche non dovrebbe essere consentito a nessuno usando un mezzo pubblico di quel genere e in quella occasione. Ho notato che, alla richiesta di Celentano, ha fatto seguito un forte applauso e qualche fischio da parte del pubblico.

Questo in nome del “paradiso”, che dovrebbe avere sempre le prime pagine dei media cattolici, che invece scrivono di politica e di altre cose.

Oppure, come hanno detto sia Tarquinio, direttore di Avvenire, sia don Sciortino, direttore di Famiglia cristiana, l’attacco contro i due giornali era motivato dalle loro critiche al compenso pattuito dalla Rai con Celentano, che avrebbe potuto essere meglio usato per evitare di chiudere le sedi Rai in alcuni Paesi esteri.

Va bene che la somma sarà devoluta in beneficenza, ma la cosa non cambia.

In questo Paese (e non solo), certe manie, come gli sproporzionati compensi ad un certo numero di categorie di persone, resistono ad ogni critica. Si sta facendo qualcosa da parte dell’attuale Governo per cercare di ridurre il debito pubblico, però alla fine si va a scalfire dove la massa della gente è più povera, ma più numerosa.

Una scelta che provoca incomprensioni e reazioni, talvolta cariche di violenza, si veda la Grecia. Che Dio ci scampi da quella situazione!

Altro che paradiso, qui se non stiamo attenti rischiamo di costruire, tra una canzone e uno sberleffo, l’inferno. A questo punto del discorso, Celentano non c’entra più niente.

Pur con controversi giudizi, il personaggio quando canta è affascinante, e resta al vertice nella storia della canzone e dello spettacolo. Ma quando si atteggia a telepredicatore e moralista, con sbandate a destra e a manca, senza sapere esattamente dove vuol andare a parare, non lo seguiamo più, anche quando fa l’elogio del paradiso.

Questo discorso ci porta a esprimere l’esigenza attuale di essere seri e responsabili. Non si può più affermare, come si è soliti e si è detto anche in questa occasione: “Con quella bocca può dire quello che vuole”, e neppure che gli artisti e i cosiddetti geni si devono considerare fuori da schemi e limiti di sorta. Dal buon senso e dalla moderazione dei toni non si dovrebbe mai uscire, neppure per fare spettacolo e voler colpire a tutti i costi.

In Italia si deve ricomporre lo stile della serietà, della verità non strillata, delle buone maniere, del rispetto delle persone e del loro lavoro.

Scrivendo il giorno dopo la festa di san Valentino, mi sembra da indicare un gesto fuori dalle consuetudini, quello del pranzo delle autorità, guidate da mons. Paglia, con i detenuti della casa circondariale di Terni, organizzato dalla Caritas.

Alla stessa mensa hanno partecipato 70 detenuti con la presidente Marini, il Sindaco, il Prefetto, il Presidente della Provincia. Un sobrio gesto di riconciliazione in un giorno di festa riconosciuto da tutti, fuori da ogni schema.

AUTORE: Elio Bromuri