E’ possibile conciliare la personale ricerca di felicità con l’impegno sociale nella politica? Il binomio ‘bios e polis’ può trovare forme concrete come terreno di incontro o i due ambiti sono destinati a rimanere sempre più distanti e inconciliabili? Su queste domande cruciali, capaci di sollevare un’accesa e profonda discussione, hanno cercato di riflettere i partecipanti al VIII Incontro nazionale di studi delle Acli, dedicato quest’anno al tema della felicità. Il presidente nazionale dell’associazione, Andrea Olivero, nella relazione introduttiva ha ricordato come l’affrontare questo tema, che a prima vista potrebbe sembrare personale e interiore, in realtà sia anche molto impegnativo per i risvolti politici ed economici. Il seminario, tenutosi tra l’8 e il 9 settembre al palazzo del Popolo di Orvieto, ha visto alternarsi esponenti delle massime cariche istituzionali del territorio e a livello nazionale. Tra i vari interventi, tutti estremamente interessanti, citiamo alcune parole pronunciate dal ministro Giuliano Amato, che ha sottolineato come ‘per entrare in contatto con le diversità, occorre superare le incomunicabilità. In questo la scuola svolge un ruolo primario di grande fattore di integrazione, le cui potenzialità sono in mano ai giovani’. In un momento in cui si discute molto sul tema della concessione della cittadinanza – ha ribadito il ministro – serve un accordo pieno su una carta comune dei valori, che preveda: il ripudio della guerra, la libertà di coscienza, la parità tra uomini e donne. L’aspirazione di ogni persona ad una ‘vita buona e felice’, come indicato nel tema annuale, può passare dall’utopia alla realizzazione concreta per una storia nuova, capace di riconnettere il privato con il pubblico. Su tale strada si è sviluppato anche il contributo di mons. Vincenzo Paglia, che ha affermato: ‘La felicità per i cristiani è prima di tutto un dono del cielo, ma contemporaneamente è anche opera paziente di tutti; impegno questo non meno prezioso, ma che anzi ci rende responsabili ancora di più, per affrontare la complessità del mondo moderno’. Nel quarto anno consecutivo, in cui le Acli scelgono Orvieto per il loro tradizionale appuntamento di studi, si è consolidato il profondo legame tra l’associazione e la città, come ha sottolineato anche il vescovo, mons. Giovanni Scanavino. Nella sua omelia durante la celebrazione della messa che ha concluso i lavori, ha evidenziato come sia ‘bello, lodevole, encomiabile riflettere su tali tematiche, traendo poi dalla Parola di Dio e dall’eucarestia la luce e la forza per ritrovare la propria vera identità, senza mai perdere la speranza di costruire tutti insieme un nuovo mondo’.
L’opera paziente della felicità
INCONTRO STUDI ACLI ad Orvieto
AUTORE:
Federica Sabatini