L’oratorio parrocchiale estivo a servizio delle famiglie

Una risposta concreta all'esigenza di molte famiglie

Al fine di dare una risposta alle domande che provengono dalla società e che interpellano i cristiani in maniera diretta, il gruppo parrocchiale di Santa Maria Nova in San Domenico composto da circa quaranta giovani, ha ritenuto opportuno mettere al servizio dell’intera cittadinanza tifernate l’esperienza maturata in dodici anni di attività di oratorio parrocchiale. Il quotidiano e produttivo rapporto con molti bambini all’interno delle sale parrocchiali ha facilitato la scelta del settore di impegno pastorale orientandola verso l’organizzazione di centri estivi con il Progetto Iride; l’iniziativa rivolta ad un maggior numero di persone ha aumentato le responsabilità civili nei confronti dei genitori ma ha valorizzato anche le nostre specifiche professionalità. “La Provvidenza”, nello stesso anno che vedeva l’inizio delle attività estive, ci ha fatto conoscere padre Luigi Faraglia che, con la proposta di rilevare i locali del Circolo Acli per un Centro di aggregazione giovanile, ci ha permesso di veicolare l’esperienza cristiana ai cosiddetti “lontani”. “I cristiani non hanno città proprie, ma operano il bene nella città di tutti”, un passo della lettera a Diogneto descrive in maniera chiara lo spirito che anima i promotori del Progetto Iride. Ormai l’esperienza si è consolidata ed è riuscita ad avere consensi presso tutti quei genitori che da tre anni affidano al nostro centro estivo i loro bambini da giugno ad agosto, la mattina ed il pomeriggio, mentre essi svolgono in tranquillità il lavoro in attesa delle ferie. L’aver risposto alle esigenze delle famiglie ha permesso un contatto significativo con gli stessi genitori che oggi riconoscono al centro Acli una forte valenza sociale della quale riconoscono la matrice cristiana e ne apprezzano le caratteristiche. Anche quest’anno il centro estivo è stato vario e ricco di esperienze proposte: didattiche, ludico-sportive (calcio, pallavolo, basket e piscina), contatto con le varie realtà del territorio: artigiani (argilla-creta, ferro battuto e intaglio del legno) sia con quelle inerenti la sicurezza dei cittadini (vigili del fuoco, polizia municipale, pronto intervento 118, protezione civile) sia per i laboratori (carta e colore, inglese e coreografico). Una risposta è stata quindi data alle famiglie, ma si è reso necessario rispondere ad una domanda ancora più pressante, noi giovani infatti ci siamo trovati dinanzi ad un bivio: trovare un lavoro che ci avrebbe allontanato dalla dimensione comunitaria cristiana o continuare nella strada intrapresa? Non disperdere il patrimonio di esperienze è stato l’imperativo categorico che la locale comunità parrocchiale ha sentito ed è per questo che molti di noi investiranno il loro futuro al servizio dei “nuovi ultimi”, di coloro che per l’egoismo di chi li circonda sono stati privati dell’infanzia di cui avevano diritto. Per questo è nata la Cooperativa sociale “Alveare” e così, unendoci in una impresa che di fatto era nei nostri cuori, avremo l’opportunità di vivere e trasmettere, anche da uomini, ciò in cui hanno creduto fin da bambini: La buona novella!!! Possiamo quindi con gioia affermare che l’esperienza della comunità di Città di Castello si inserisce con forza sulla scia del “Progetto Policoro”, decollato nel dicembre 1995 e voluto dalla Conferenza episcopale italiana dopo il terzo Convegno ecclesiale di Palermo al fine di dare una risposta al problema della disoccupazione giovanile.

AUTORE: Francesco Ferri